Firenze, 12 marzo 2012 - NONOSTANTE le rassicurazioni da parte del Ministero, di Aifa e degli Spedali Civili di Brescia, è stato soltanto ieri pomeriggio che Guido e io siamo riusciti a tirare il fiato sul destino della nostra Sofia. La fumata bianca per la convocazione da parte del reparto Trapianti del Civile è arrivata intorno alle 17,30, assumendo prima i toni di una telefonata cortese e informale da parte del direttore del reparto Fulvio Porta, poi quelli ufficiali nelle righe che la Direttrice Generale Ermanna Derelli ha inviato al nostro avvocato. Sofia riceverà la seconda infusione di staminali con Protocollo Stamina. Sembra proprio che stavolta nessuno potrà impedircelo. Partiremo oggi alla volta di Brescia, di mattina perché l’accettazione in ospedale sarà nel primo pomeriggio.


Bisogna dare la notizia agli amici. Via sms scriviamo a quelli di vecchia data. Poi, un “post” sul social network ci permette di raggiungere tutti gli altri, gli oltre 25.000 amici nuovi che si sono affezionati a Sofia da quando è apparso il primo servizio su Le Iene -una decina di giorni fa- e che da allora seguono passo passo l’evolversi delle vicende del completamento delle sue cure compassionevoli. “Siii! Le favole esistono e si avverano i sogni! Forza piccola Sofia!” scrive Tonia; Celentano e Claudia Mori via sms “Siamo felici con voi! Tanti baci a Sofia un po’ anche figlia nostra!”; Licia: “Più nessuno ti negherà la vita. Grazie dolcezza infinita, sei riuscita a unire migliaia di persone pronte a lottare per te. Ci hai dato una grande lezione di vita! Vivi Sofia, Vivi!”; Gina Lollobrigida vorrebbe accompagnarci con la sua auto; Filippo, 5 anni, dedica a Sofia un disegno di farfalla in volo.


Qualcuno si commuove. Qualcuno ringrazia Dio per aver ascoltato l’unica preghiera rivolta in trent’anni. Io, semplicemente, penso che ora non siamo più soli. Per due anni siamo stati soli sempre. Soli senza farmaci efficaci. Soli e impotenti contro il mostro leucodistrofico che si mangia Sofia. Se è vero che il mostro c’è ancora, vive e si nutre di lei tutti i giorni, è vero pure che oggi a combatterlo non è solo l’amore nostro. Un esercito invisibile, di spirito e consolazione, riconosce in Sofia, e negli altri bambini gravemente malati, un motivo di unione e un vessillo per il riscatto civile nei confronti di una giustizia che non è uguale per tutti.
 

Caterina Ceccuti