Campi Bisenzio, 28 febbraio 2013 - Marzo è il mese della festa della donna, le donne continuano a morire per mano dei mariti. Quasi tre mesi sono passati dalla tragica morte di Beatrice Ballerini, la bancaria 42enne, madre di due figli, uccisa dall'ex marito Massimo Parlanti nella casa dove avevano abitato negli anni felici del matrimonio, a Nievole.

La Pubblica Assistenza sta organizzando una mostra della creatività per la festa della donna e sarà dedicata proprio a Beatrice. E' stata invitata anche la famiglia di Beatrice.

In queste ultime settimane sono apparse sui giornali alcune intercettazioni di Massimo Parlanti, effettuate dai carabinieri alcuni giorni dopo il delitto. Leggendo e rileggendole, il fratello di Beatrice, Lorenzo ha un pensiero fisso: non far dimenticare che Beatrice è la vittima, che la vittima non può più parlare e spiegare cosa è successo.

Lorenzo Ballerini, ingegnere alla Provincia di Firenze, ha creato un blog per ricordare la sorella e scritto quasi un memoriale sui giorni prima e dopo il delitto della sorella. “Per Beatrice Ballerini” è il titolo del blog. “Per non sottovalutare cosa è successo alla Cice: la mia sorellona – scrive Lorenzo - ed amica di tutti...di tutti! Per lei, per i suoi bambini, per tutti gli altri e per tutte le altre donne che non sanno quanto sia vicino questo pericolo. Come è successo a noi: persone normalissime travolte dall'inimmaginabile. Femminicidio: parola strana ma eloquente, che nasconde un mondo occulto e subdolo, di personaggi bestiali, doppi e perversi, vuoti dentro. Per non trascurare tutto ciò che riguarda questa storia”.

“Leggere le intercettazioni telefoniche di Parlanti – dice Lorenzo -  l'assassino di Beatrice, mi ha fatto ancor più male di quanto già sentiamo ogni giorno per la scomparsa ingiusta e immotivata della mia sorella Beatrice. Parlanti nella telefonata parla di come era felice con la nuova compagna e della sua felicità durata poco. Nessuna parola spesa per l’omicidio efferato che ha commesso contro Beatrice, nessun dispiacere, neanche per i bambini, che anzi sarebbe disposto ad abbandonare. Come se lei fosse il “problema” che ha distrutto la sua nuova vita. È stato Parlanti ad uccidere Beatrice. È stato Parlanti ad insistere per tutta la settimana precedente di volerla incontrare alla casa di Nievole, quella dove avevano vissuto sino alla separazione, finché Beatrice ha acconsentito dopo le sue ripetute insistenze. Ogni giorno, rivivo l’atroce immagine di mia sorella distesa al suolo, col suo volto prima massacrato di botte e poi strangolata. Beatrice massacrata, l’assassino con due graffi sul naso, che Beatrice non avrebbe mai fatto, se non per cercare di salvarsi la vita. Beatrice non ci può più raccontare come sono andati i fatti ma, conoscendo bene mia sorella come la conoscevano tante persone, sappiamo che non avrebbe mai litigato o lottato con Parlanti, lì in casa da sola. L’assassino oltre a togliere la vita a Beatrice, ha tolto anche una vita serena ai propri figli. Sia io che la mia famiglia siano fiduciosi che la giustizia, applichi la giusta pena a chi ha tolto così barbaramente la vita a Beatrice ed ha distrutto molte altre vite tra cui quella dei suoi stessi bambini in tenera età. Tutti speriamo proprio che gli inquirenti, come hanno fatto un ottimo lavoro fino ad adesso, altrettanto sapranno ricostruire, attraverso il luogo del delitto, il corpo di Beatrice e tutte le altre indagini, come realmente sono andate le cose. Speriamo che  la voce di Beatrice possa farsi sentire in questo modo anche attraverso di loro”.
 

Beatrice è stata uccisa nella casa che lei aveva dovuto lasciare sia perché in quel luogo il Parlanti si incontrava con la sua nuova compagna durante il matrimonio mentre Beatrice era al lavoro, sia perché il marito non contribuiva al mantenimento dei bambini. Beatrice era rimasta in quella casa per il bene dei bambini sino al giugno dello scorso anno, per poi trasferirsi a casa dei genitori a Campi Bisenzio: non ce la faceva col proprio stipendio a mantenere quella casa, i figli, il mutuo e tutte le altre spese.

“Beatrice – prosegue il memoriale di Lorenzo - non aveva mai agito contro il marito per il mantenimento che lui le negava. Non gli ha mai negato i figli, anzi aveva sempre cercato, per l’amore e la serenità dei suoi bambini, anche di riparare alle mancanze del Parlanti morali e materiali. Beatrice non ha mai fatto guerre contro di lui, benché fosse stata umiliata, tradita e offesa ripetutamente. Voleva che i suoi figli avessero una vita serena, senza dei genitori che lottano l’uno verso l’altra. Per quello che le era possibile faceva di tutto per rendere  la cosa realizzabile”.
Beatrice è stata l'ultima vittima del 2012 in Italia del cosiddetto “femminicidio”: cosa può essere scattato nella mente del suo ex marito?
“Parlanti – aggiunge Lorenzo - non è il tipo da perdere la testa: è sempre stato in vent'anni che lo conosco una persona senza impeti, un calcolatore. Anche dopo il delitto, come se niente fosse, ha preso quello che voleva. È andato a prendere i bambini a scuola ed è stato con loro tutto il pomeriggio, facendo dire a loro che lo aveva graffiato il piccolino. È persino venuto la sera alla casa di Nievole…Mia sorella gli aveva dato altre chances, anche dopo aver scoperto il tradimento nella casa coniugale… nel loro stesso letto. Benché sia stato Massimo a lasciare la sua famiglia, voleva comunque il dominio su Beatrice ed imporre a lei le sue scelte. Dava spesso a Beatrice della incompetente. Beatrice, aveva voltato pagina, senza rabbia e senza rinnegare il suo passato e la sua vita con Parlanti. Beatrice voleva andare avanti nella sua vita, e con responsabilità ed amore verso i suoi bambini, sapeva di non poter coltivare il dolore subito né voleva trasformarlo in rabbia, perché avrebbe fatto male ai suoi bambini. Non ha mai fatto guerre contro Parlanti. Aveva intrapreso un percorso per farsi aiutare riuscendoci e non aveva alcun rancore verso Parlanti. Beatrice diceva: “La vita deve andare avanti, ho ancora tutta una vita da vivere” Per Massimo invece Beatrice era diventata un ostacolo, un oggetto che non poteva più dominare come ai tempi del matrimonio, si doveva confrontare con lei e non lo accettava. Il 14 febbraio è stata la giornata dedicata anche alla battaglia contro la violenza sulle donne, Beatrice non è, assieme a tutte le altre donne uccise, solo un articolo su un giornale da scordare il giorno o i giorni seguenti. Beatrice era ed è una persona alla quale è stata tolta la possibilità di vedere, conoscere, amare, gioire, vivere….semplicemente vivere. Beatrice, purtroppo, non è stata e non sarà l'ultima vittima. Dando credito alle versioni degli assassini, alla fine è la loro l’unica voce che si sente e viene ascoltata e da carnefici si trasformano in vittime alle quali vengono concesse attenuanti, benefici e così via e magari a volte ottengono anche i domiciliari prima del processo”. 

Lorenzo a febbraio ha liberato l'ufficio di Beatrice, in banca a Prato: le sue carte personali, l'alberino di Natale che la sorella aveva messo sulla scrivania. I colleghi del Banco Popolare hanno aperto un conto corrente interno per fare una sottoscrizione fra bancari a favore dei bambini di Beatrice. “Non dimentichiamo Beatrice. Non vogliamo vendetta – dice Lorenzo e alla sua richiesta si unisce anche la famiglia, il babbo Giancarlo e la mamma Vanna - ma ci auguriamo una pena commisurata alla gravità del fatto commesso. Beatrice, come tutte le donne uccise non hanno nessun’altra altra possibilità, i loro assassini gliele hanno tolte tutte, tutte! Questo è bene ricordarlo”.
M. Serena Quercioli