Firenze, 19 febbraio 2013 - GENTILE DIRETTORE, il dizionario della lingua italiana Sabatini Coletti, alla parola ticket recita: «Quota percentuale che la Pubblica Amministrazione fa pagare su visite mediche, servizi assistenziali, medicinali e analisi cliniche».
In virtù della mia situazione reddituale, un esame radiologico al torace con ricetta su modulo regionale, mi verrebbe a costare euro 56,00 di ticket, mentre a pagamento tale prestazione costa euro 33,00. Come la mettiamo?
Un cittadino

Risponde il direttore Gabriele Canè

Caro amico, il suo esempio è l’ennesima dimostrazione di come la fiscalità possa a volte fare rima con la stupidità. Infatti, a forza di tassare al massimo qualunque cosa (i ticket sono di fatto una tassa) si finisce per incassare meno di quello che si potrebbe incassare tassando in modo ragionevole. Il caso del suo ticket è emblematico. Ma basta andare in farmacia per vedere come siano tanti i clienti che fanno una botta di conti e che alla fine pagano il medicinale a prezzo pieno, perchè il ticket costerebbe di più. Complimenti a chi ha inventato le fasce di reddito, e soprattutto ha gravato le fasce maggiori di pesi fiscali insopportabili. Del resto, è vero che nulla giustifica l’evasione, piaga sociale del nostro Paese. Ma lo si è detto e ripetuto mille volte: è molto probabile che l’evasione potrebbe essere inferiore, se le aliquote non fossero indecenti. Se si pagasse al massimo il 35 per cento, è probabile che quasi tutti farebbero il proprio dovere di contribuenti; e in ogni caso nessuno avrebbe più l’alibi per non non farlo. Invece, niente. Il Fisco martella, ovunque e comunque. E mi fa piacere sapere che il suo ticket non l’avrà.