Firenze, 19 gennaio 2012 - I LICENZIATI si vestono da condannati a morte, col volto coperto da un panno nero, ma sotto il velo sorridono, perchè presto potrebbero essere reintegrati al loro posto di lavoro.
Succede al Maggio, davanti all’ingresso del teatro Comunale, dove ieri sera l’Orchestra diretta da Zubin Mehta ha aperto tra gli applausi, la stagione 2013 con “La Walchria” di Wagner nel fastoso allestimento della compagna catalana La Fura dels Baus: nel tardo pomeriggio alcuni dei dipendenti dell’ente lirico,destinatari delle lettere di licenziamento firmate dal sindaco Matteo Renzi lo scorso 31 dicembre si coprono di teli neri e salgono su sedie proprio davanti al portone, suscitando sorpresa tra gli spettatori. «Perchè perdere il lavoro è un po’ come morire», rispondono con macabra ironia a chi gli chiede di spiegare la loro protesta.
Di fatto, però, lo scenario, in questi ultimi giorni, per loro è assai migliorato. Lo hanno garantito i vertici sindacali provinciali, e lo sa bene Silvano Ghisolfi, uomo Cgil e destinatario di una delle ‘letteracce’, che sotto la maschera scura cela un sorriso: «Adesso con la riapertura del tavolo di confronto sindacale tra sindaco, Regione e Provincia pensiamo che esistano davvero i margini per arrivare alla revoca del provvedimento. Ovviamente siamo pronti a fare sacrifici; su orario, organizzazione del lavoro, produttività. L’importante è che nessuno vada a casa».

In questo clima in fase di rasserenamento si inserisce anche la sovrintendente Francesca Colombo, che, all’interno del teatro, poco prima dell’inizio della Valchiria, spiega di «essere felice, se, con grazie al tavolo di confronto, esistono adesso le condizioni per procedere al ritiro dei licenziamenti: se si può fare ne sono felice, sotto questo punto di vista i miei lavoratori hanno tutta la mia solidarietà». Coglie anche l’occasione di rimarcare, ancora una volta, come il teatro, nei suoi anni di gestione, sia stato sostanzialmente «risanato».
 

«TUTTI I COSTI operativi sono diminuiti, tutti i ricavi operativi sono aumentati. La struttura organizzativa adesso regge, e il 2013 è senz’altro l’anno in cui avremo il pareggio e finalmente il teatro dal punto di vista economica sarà ristrutturato» assicura. Certo, il buco di bilancio con cui si è chiuso il 2012 è una realtà innegabile, e da fronteggiare, ineludibilmente. La sovrintendente lo riconosce e lancia un appello agli enti locali: «Manca la patrimonializzazione senza la quale arriva il commissario; ma anche se arrivasse davvero, troverebbe il teatro pronto ad essere un gioiello non solo dal punto di vista artistico ma anche gestionale. Per questo spero – è la sua invocazione - che le istituzioni pubbliche ci aiutino».

di TOMMASO GALLIGANI