Firenze, 30 dicembre 2012 - "Una donna che ci ha reso orgogliosi di essere italiani e cittadini del mondo''.  Da Firenze Matteo Renzi dedica un pensiero a Rita Levi Montalcini, premio Nobel della medicina, morta oggi a Roma. Proprio nel capoluogo toscano la Montalcini trascorse con la famiglia gli anni della seconda guerra mondiale. Anni particolarmente duri per lei, ebrea, costretta alla clandestinità dopo la promulgazione delle reggi razziali. "Una grande donna - scrive su Facebook il governatore della Toscana Enrico Rossi - . In oltre un secolo di vita ha generosamente dato il meglio di sé nella ricerca scientifica e nell'impegno sociale e istituzionale. Signorile e concreta, diceva di sé di aver avuto una vita fortunata perché non aveva mai avuto paura''.

 

LA SUA VITA - Rita Levi Montalcini si è spenta oggi a 103 anni nella sua casa di Roma: nata a Torino nel 1909, si è laureata in Medicina all`Istituto di Anatomia umana della stessa Università. Fin dai primi anni universitari si dedica agli studi sul sistema nervoso. Dopo la promulgazione delle leggi razziali, per proseguire le sue ricerche sui processi del differenziamento del sistema nervoso, è costretta a emigrare in Beglio. Durante la guerra si rifugia nell`astigiano, poi, appunto, a Firenze.

 

Alla fine del conflitto torna a Torino dove prosegue la carriera accademica. Nel 1947 accettò un incarico alla Washington University e negli anni successivi lavorò anche a New York e a Rio de Janeiro. Rimase negli Stati Uniti fino al 1977 e in tutti quegli anni continuò a lavorare per dimostrare l'esistenza del fattore di crescita nervoso, proteina coinvolta nello sviluppo del sistema nervoso nei vertebrati. Grazie a questa scoperta vinse nel 1986 il Premio Nobel per la Medicina. Parte del denaro fu devoluto alla comunità ebraica di Roma per la costruzione di una sinagoga.

 

Parallelamente al lavoro negli Stati Uniti, Rita Levi Montalcini continuò a seguire diversi in progetti anche in Italia, per conto del Centro nazionale delle ricerche, dell'Istituto superiore di sanità, della Fao e di numerose società scientifiche. Accanto alla carriera di accademica e ricercatrice, Rita Levi Montalcini si è sempre distinta anche per le sue battaglie in favore delle donne. Negli anni '70 partecipò attivamente alle iniziative per la regolamentazione dell'aborto e rinunciò ad avere un marito e una famiglia per dedicarsi completamente alla scienza. Portò avanti anche progetti per aiutare le donne africane ad emanciparsi.

Stabilitasi definitivamente in Italia, nel 1969, assume la direzione dell`Istituto di Biologia Cellulare del Cnr a Roma fino al 1989.Dal 1993 al 1998 presiede l`Istituto dell`Enciclopedia Italiana Treccani. Ma nella sua lunga carriera è membro delle più prestigiose accademie scientifiche nazionali e internazionali. E` stata impegnata fino all'ultimo nell`attività scientifica e nel campo sociale attraverso la Fondazione Rita Levi-Montalcini Onlus, della quale era fondatrice e presidente, una Fondazione che ha lo scopo di venire in aiuto alle giovani donne dei paesi dell`Africa nel sostegno all`istruzione a tutti i livelli.

Il primo agosto 2001 è stata nominata da Ciampi senatrice a vita.