Campi Bisenzio (Firenze), 19 dicembre 2012 -   Beatrice è entrata in chiesa in una mattina fitta di nebbia ed è uscita che splendeva il sole. La chiesa del Sacro Cuore a Campi Bisenzio già alle 9,30 di stamani era stracolma di gente per l'ultimo saluto a Beatrice Ballerini, la mamma di 42 anni, uccisa dalla follia dell'ex marito Massimo Parlanti nella casa di Nievole.

La bara di legno marrone chiaro, coperta da un cuscino di fiori bianchi, era posizionata al centro della chiesa, davanti all'altare. Accanto a lei la famiglia in un dolore straziante ma composto. A riempire le panche e gli spazi circostanti tanti campigiani, quasi tutti i colleghi di lavoro di Beatrice (da 14 anni lavorava al Banco Popolare di Grignano a Prato, dove si occupava del mercato estero), gli amici di un tempo e anche la gente comune rimasta colpita da questo dramma familiare. Per l'amministrazione comunale con la fascia tricolore c'era l'assessore alle politiche sociali Pier Natale Mengozzi. Presenti, con le maestre, anche gli alunni delle due classi della scuola elementare Frà Ristoro frequentate dai bambini di Beatrice e la dirigente scolastica a fine celebrazione ha letto un messaggio di solidarietà per la famiglia.

“Eri la nostra migliore amica. Beatrice un libro pesante dalla copertina leggera”: alcune delle parole che il fratello Lorenzo ha affidato a don Massimo Marretti, il parroco e sulle quali ha impostato l'omelia. Don Marretti è partito dal Vangelo della morte di Gesù: Maria che sotto la croce si affida a San Giovanni.

“Beatrice – ha detto don Marretti – con il rito del suffragio si affida a Dio. L'acqua è il richiamo al battesimo, quell'acqua che può lavare l'anima di Beatrice e la fa accogliere nel cuore di Dio. L'incenso è il profumo della preghiera”.

All'uscita della chiesa a salutare la salma di Beatrice già sul carro funebre c'erano anche i volontari della Misericordia di Pieve a Nievole. E sotto un sole che aveva scaldato la mattina e i cuori dei partecipanti, Beatrice è stata portata al cimitero comunale dove riposerà.
 

M. Serena Quercioli