Firenza, 30 ottobre 2012 - IN «THE CITY of Florence, travel trough past and Present», R. W. B. Lewis avverte che i «sanfredianini» costituiscono «un popolo con un forte senso di appartenenza» a un quartiere che è «città dimenticata, depressa, e spinta a ribellarsi». Se lavorassi a Palazzo Vecchio, rifletterei su questo ritratto. Lo dico da persona informata sui fatti: quando, dopo vent’anni all’estero, sono tornato a vivere nella mia città «piccola e povera» (Marchionne dixit) stabilendomi in Oltrarno, vi ho trovato persone con forte senso civico, che sanno ridere del potere e resistere ai cambiamenti in peggio. Il «peggio» sono gli autobus in via Romana e via dei Serragli, la moria degli artigiani e ora l’infausta idea di sventrare piazza del Carmine per farci un parcheggio sotterraneo. Altrove, a pochi verrebbe in mente di omaggiare così gli affreschi di Masaccio. Se è bene che il Carmine torni uno spazio libero, non è certo escludendola dalla ztl e rendendola meta di chiunque voglia posteggiare Oltrarno.

Quanto ai sanfredianini, la contropartita è la prelazione di box sotterranei per 65.000 euro l’uno, mentre basterebbe spostare l’area di sosta libera dal Carmine al Cestello. Giusto pedonalizzare Pitti, inspiegabile la riapertura della ztl al Carmine, tanto più che, fuori ztl e fuori cappella Brancacci, ci sono altri spazi vicini disponibili per un parcheggio sotterraneo. Intanto, nel blog dell’Oltrarno, gira l’intervento-sintesi della recente assemblea dei 100 luoghi rivolto all’amministrazione comunale: «Lo scorso anno ci avevate chiesto cosa ci interessava per valorizzare l’Oltrarno. Vi parlammo di parcheggi per i residenti, ampliamento della ztl, valorizzazione del tessuto sociale. Ora ci presentate un progetto che prevede di cancellare i 240 posti auto per i residenti in piazza del Carmine a favore di un parcheggio di 201 posti di cui 165 a pagamento e i restanti (36) in vendita come box a 65 mila euro ciascuno. Mi chiedo se siete qui per prenderci in giro». Gente tosta i sanfredianini, e in un’epoca in cui s’inventa di tutto per cercare il consenso dei cittadini, è un vero peccato non averlo capito.

di Niccolò Rinaldi, deputato al Parlamento Europeo