Firenze, 24 ottobre 2012 - L’inseparabile camicia bianca e un occhio all’orologio: l’aereo per la Sardegna è pronto. Allora, via con le domande.
Sindaco Renzi, un mese di tour e un mese alle primarie. Soddisfatto della sua campagna?
«Molto soddisfatto. Sinceramente sono stanco morto e ho molti sensi di colpa verso la mia famiglia. Ma il clima di entusiasmo che trovo in ogni piazza, in ogni palazzetto dello sport, in ogni teatro, mi fa pensare che questa battaglia non è la mia battaglia, ma la sfida di migliaia di donne e uomini che vogliono tornare a credere nella politica».
Migliaia di chilometri con il camper. Da Piazza Signoria alle Cayman, dicono Bersani e i suoi avversari...
«Quando leggo queste polemiche mi domando come facciano a non rendersi conto di quanto sia ingiusto vivere una campagna elettorale denigrando e alludendo. Come sanno tutti gli esperti di finanza, usare il diritto delle Isole Cayman — come il Delaware o il Lussemburgo — non è illegale. Come può un aspirante premier definire banditi quelli cui dovrà chiedere tra qualche mese, se eletto, di comprare i titoli di stato per pagare lo stipendio ai dipendenti pubblici? Non si rendono conto che per prendere un punto percentuale in più alle primarie rischiano di perdere credibilità per le elezioni successive? Certo, se vogliono parlare di trasparenza, io ci sto. Ho chiesto formalmente che il Pd metta online tutte le fatture liquidate dal 2009 al 2012 per dimostrare come abbiamo speso i soldi degli italiani: cosa stanno aspettando? Di che cosa hanno paura?».
Tanta gente, tante mani da stringere, tanti sorrisi. Ma anche tanta preoccupazione. Cosa le chiedono di più? Lavoro, sicurezza, stabilità...
«Lavoro, lavoro, lavoro. Lo chiedono i ragazzi precari cancellati da una generazione di politici che non ha saputo dar loro alcuna speranza. Lo chiedono i cinquantenni che perdono il posto di lavoro e che non ricevono una formazione professionale capace di restituire speranza. Lo chiedono le mamme e i padri preoccupati del futuro dei propri figli. Il lavoro prima di tutto. E nei prossimi giorni batteremo moltissimo su questo tema».
Parliamo di politica. Benigni dice che con il suo 40% e il 25% degli altri vincereste a mani basse... se foste nello stesso partito.
«Benigni è come sempre il numero uno. Ho riso di gusto alla sua battuta. Ma Bersani e io apparteniamo allo stesso partito già adesso. Certo, abbiamo idee diverse su come far crescere il Partito Democratico. E, soprattutto, su quale futuro dargli. La sfida che abbiamo lanciato è sistema usato sicuro contro rottamazione. E che vinca il migliore...».
Certo che tra le varie anime del Pd, Sel, e partitini vari, a sinistra è una bella Babele.
«Il rischio è forte. Anche perché la nostra gente non perdona ai leader del passato di aver fatto fallire due volte il Governo Prodi. Se Berlusconi ha governato così a lungo, parte delle responsabilità le porta chi — nel centrosinistra — ha fatto fallire l’Ulivo aprendo la strada all’inciucio con Cossiga e Mastella per dare Palazzo Chigi a D’Alema. Ma io so che se vinceremo noi le primarie, presentando un programma chiaro, non ci saranno problemi: il programma è quello di chi vince le primarie».
Allora, come direbbe Nanni Moretti, ci dica un paio di cose di sinistra, alla Renzi.
«Le cose di sinistra non le devo dire. Sono abituato a farle. E questo forse stupisce qualche intellettuale da salotto, qualche professionista del pensiero radical chic, abituati più al fumo delle parole che non alla sostanza dei fatti. Dire basta al cemento a Firenze non è di sinistra? Il nostro è il primo piano strutturale a volumi zero di una grande città. Aprire musei e biblioteche fino a mezzanotte non è di sinistra? Pedonalizzare il centro storico pensando ai bambini e ai ciclisti non è di sinistra? L’elenco potrebbe continuare a lungo. Ma non c’è sordo peggiore di chi non vuole sentire: è troppo ghiotta l’esigenza di farmi passare come un infiltrato di destra per chi ha paura del confronto sui programmi».
Anche dalla sua casa di origine, la vecchia Dc, non mancano le bordate. Secondo De Mita lei è «l’altra faccia del nulla».
«Vorrei dire grazie al Presidente De Mita: almeno io ho una faccia. Lui l’ha persa elemosinando ricandidature e cambiando schieramento per questo».
Torniamo al camper e al suo tour. Roba che costa. Tutto ok i finanziamenti!?
«I finanziamenti sono pubblici e trasparenti. Chiunque vuol dare un contributo può farlo dal sito www.matteorenzi.it e il nome viene registrato. Metteremo online tutte le fatture, come già facciamo in Comune. Io sulla trasparenza non scherzo. Tutti gli altri possono dire altrettanto?».
E le pendenze da ex presidente della Provincia, e gli intrecci con le aziende di famiglia? Niente da temere?
«Non ho aziende di famiglia. C’è una azienda i cui soci sono mia madre e due sorelle. Per quello che mi risulta non lavorano con il pubblico. Men che mai con la Provincia quando amministravo io. Mia moglie è un’insegnante precaria della scuola pubblica. Mio fratello pur di non essere accusato di raccomandazioni è andato a fare il medico in Svizzera. Non so quanti avrebbero fatto come lui».
A proposito di famiglia. A casa cosa dicono vedendola sempre... in tv?
«Sperano che questo periodo finisca presto. I due figli maschi detestano le primarie e la politica perché mi tiene molto fuori casa. La piccolina invece mi ha detto: Babbo, io faccio il tifo per te».
Una parola su Firenze. Che voto si dà come sindaco itinerante? Sufficiente o da Chi l’ha visto?
«Come sindaco itinerante sono sulla sufficienza stretta. I fiorentini lo sanno. Ma sanno anche che se le cose andassero bene per Firenze sarebbe una bellissima opportunità. E infatti continuo a sentire più affetto che critiche. Poi, si sa, le polemiche in questa meravigliosa città non mancano mai. Ma spero che siano tanti i fiorentini al Mandela Forum venerdì sera. La tappa fiorentina del tour sarà qualcosa di unico e di speciale».
Capitolo primarie, certo con quelle regole un po’ ad personam (del ricorso al garante ne parliamo a parte n.d.r.) non sarà facile vincere.
«Le nuove regole sono talmente ridicole che sembra che le abbiano scritte con la consulenza di un mago del porcellum come Calderoli. Ma noi teniamo duro. Vincere con le loro regole sarà ancora piu divertente».
Chiudiamo con il suo cavallo di battaglia: la rottamazione. Non le basteranno certo due teste di lusso come Veltroni e D’Alema?
«È solo l’inizio. Ma è un buon inizio, no? E dire che in principio non ci credeva nessuno...».