Firenze, 22 ottobre 2012 - Una sorta di concerto letterario, un po’ come successe per un’altra libreria che ha tirato giù il bandone, quella di via Martelli.

Centinaia di persone sotto il loggiato che ospita la Edison hanno manifestato il proprio no attraverso un flash mob: ognuno ha portato un libro da casa e al segnale ha iniziato a leggere.

"La manifestazione non ha alcun fine politico - spiega Marta Biagini, l’organizzatrice -. Si tratta solo di difendere i luoghi culturali di Firenze: l’Edison è molto di più di una libreria, è uno spazio di socializzazione, di aggregazione. Ha dato molto alla città ricoprendo funzioni che altri spazi pubblici non hanno saputo svolgere. Per questo vogliamo che in futuro rimangano gli scaffali per i libri, a prescindere dalla gestione, che sia Feltrinelli o chiunque altro".

Al flash mob hanno partecipato molti giovani, alla faccia di chi dice che la nuova generazione non legge più libri.

Giovanni Sabia, per esempio, legge Gramsci "per protestare contro la politica di Feltrinelli: non si può chiudere una libreria per fare cassa". Filippo Luti ha con sé il celebre Delitto e castigo: "In un posto come questo deve continuare a esserci una libreria: la gente continua a comprare libri e ha bisogno di libri". Poi c’è Valentina che ha appena 18 anni: "Sono qui perché credo che la cultura vada protetta".

Oltre ai clienti hanno partecipato i dipendenti, Dario si fa portavoce: "Il Comune deve fare il bene comune: la libreria ha sempre funzionato anche economicamente quindi è giusto che non venga modificato il vincolo di destinazione d’uso".

Una carrellata di slogan e manifesti hanno fatto da cornice all’iniziativa: da "Firenze città vetrina? No" a "Adotta un libraio" o "Un libro è per sempre".

di Rossella Conte