Firenze, 29 settembre 2012 - Commozione ma anche molti aneddoti sia delle sua vita di magistrato, che della sua grande passione: la caccia. Per tutta la giornata alla clinica Villa Ragionieri via vai di persone per dare l'ultimo saluto all'ex procuratore nazionale antimafia Piero Luigi Vigna, morto ieri per una malattia incurabile. Molti gli esponenti della magistratura toscana e non solo, suoi collaboratori durante le esperienze fiorentina e romana, forze dell'ordine. Sarebbero almeno 700 le persone che oggi hanno voluto rendere omaggio al magistrato scomparso. I funerali sono confermati per lunedì alle 11 nella chiesa di San Miniato al Monte a Firenze. Prosegue l'arrivo di colleghi e personalità alla camera ardente allestita al Centro oncologico fiorentino dove il magistrato è morto ieri.


 La camera ardente è stata allestita in una piccola e sobria stanza all'interno della struttura. Ai piedi del feretro un mazzo di rose bianche con alcuni fiori viola. Ad accogliere i visitatori i parenti più stretti di Vigna. Tra i primi l'ex questore di Milano Vincenzo Indolfi, che quando era a Firenze ha a lungo collaborato con il procuratore, e Beniamino Deidda, procuratore generale della Toscana.

 NICOLOSI: "GRANDE MOTIVATORE" - ''Era un grandissimo motivatore - ha ricordato Giuseppe Nicolosi, il magistrato che con Vigna ha coordinato le inchieste sulle stragi mafiose del 1993 e che con il pm Sandro Crini sta ancora portando avanti le indagini - Era straordinario da tutti i punti di vista, aveva una grande capacità manageriale e sapeva motivare ciascuno di noi''.

 CRINI: "PIERO C'ERA SEMPRE" - L'altro magistrato, Crini, ha aggiunto: ''Piero c'era sempre, se avevi un problema ed entravi nella sua stanza, uscivi e il problema era risolto''. I tre magistrati si sono intrattenuti alcuni minuti con la moglie di Vigna, la signora Silvia Badini.

OGNIBENE: "SAVPEVA CAPIRE GLI ALTRI" - Anche il presidente del tribunale di Firenze Enrico Ognibene, ricordando Vigna, ha detto: ''Sapeva capire gli altri, trovava il modo di aprire un varco anche quando si trovava di fronte ai peggiori delinquenti''.

DEIDDA: "GRANDE UOMO E GRANDE MAGISTRATO" - ''Vigna è stato una straordinaria figura professionale e umana'': così il procuratore generale della Toscana Beniamino Deidda giunto alla camera ardente dell'ex procuratore nazionale antimafia morto ieri a Firenze. ''Con lui ho tanti ricordi - ha aggiunto - era un grande uomo e un grande magistrato. La sua scomparsa è una grande perdita per la giustizia''.

QUATTROCCHI: "UN MAESTRO" - ''Ricordare Piero Luigi Vigna è scavare dentro di sé con dolore. E' stato un maestro come persona e come magistrato, nelle indagini sul terrorismo, sulla mafia e sui sequestri di persona. Ma è difficile anche solo sfiorare quello che lui riusciva a pensare''. Lo ha detto il procuratore di Firenze Giuseppe Quattrocchi uscendo dalla camera ardente dove parenti ed amici stanno dando l'ultimo saluto all'ex procuratore nazionale antimafia Piero Luigi Vigna.

GLI ANEDDOTI DI LANZILLOTTO - Giovanni Lanzillotto, storico uomo scorta di Vigna, soffermandosi con i giornalisti ha ricordato diversi aneddoti per sottolineare lo spirito, anche goliardico, di Vigna, come quella volta che per scherzo stava quasi per lasciarlo in un autogrill. Lanzillotto ha poi anche ricordato la rigidità morale di Vigna che una volta lo brontolò perché gli aveva portato due risme di carta dell'ufficio giudiziario invece di comprarle in cartoleria come lo stesso procuratore gli aveva chiesto, dandogli anche 10mila lire.

FEDERICO: "RICORDO QUANDO PARLO' AI SEQUESTRATORI" - Un altro vecchio collaboratore di Vigna, l'ex questore Sandro Federico, ha ricordato quella volta in cui, durante un sequestro di persona, il magistrato si rivolse direttamente ai malviventi e, con voce ferma in tv disse loro: ''Non vi coprite di un reato più grave'', invitandoli quindi a rilasciare l'ostaggio senza condizioni perché, confidava Vigna ai suoi collaboratori: ''A Firenze non si paga''.


Tra gli esponenti della magistratura che sono venuti a dare l'ultimo saluto a Vigna, il procuratore generale presso la Cassazione, Gianfranco Ciani, il procuratore di Bologna, Roberto Alfonso, e quello di Livorno, Francesco De Leo, oltre alle autorità toscane. Istituzioni, amici e cittadini si sono stretti attorno al dolore dei familiari di Vigna, la moglie Silvia Badini, le sorelle Anna e Roberta, i figli Leonardo e Francesco e la figlia Simona, in arrivo dagli Usa.