Firenze, 21 settembre 2012 - "Il messaggio protestante si può riassumere così: ritorno all’Evangelo di Gesù Cristo per una chiesa fraterna che annuncia a ciascuno la libertà a cui Dio ci chiama". Nelle parole del pastore riformato Thomas Wipf, presidente della Comunità delle chiese protestanti di Europa (Ccpe), la sintesi efficace del messaggio della Riforma protestante che i 250 delegati di 30 paesi riuniti nel Convitto della Calza di Porta Romana fino a mercoledì 26, vogliono dire a Firenze, all’Italia e all’Europa.

Ed è proprio il tema della libertà al centro di questa sesta assemblea della Ccpe, con il motto “Liberi per il futuro”, che da ieri pomeriggio vede riuniti a Firenze i rappresentanti di 50 milioni di protestanti che fanno parte delle chiese che aderiscono alla Concordia di Leuenberg: riformati, luterani, metodisti, valdesi, unionisti.

"Siamo uomini e donne chiamati da Dio a essere liberi, liberi di assumere responsabilità gli uni per gli altri", continua Wipf.

"Non è un caso essere qui a Firenze per la nostra assemblea", dice Wipf, ricordando le istanze riformatrici di Girolamo Savonarola e la prima traduzione in italiano della Bibbia che fu opera proprio di un fiorentino, Antonio Brucioli (1498-1566). Oltre a questo, Firenze ha un ruolo molto importante nella storia e nell’attualità del movimento protestante.

Tra i temi dell’assemblea (ospitata dalle chiese luterana, metodista e valdese) ci saranno l’ecumenismo, il dialogo interreligioso e i diritti umani in un’Europa sempre più multiculturale. "Proprio alle chiese tocca il compito di promuovere con il proprio esempio l’integrazione per sostenere una società accogliente", dice Michael Bünker, vescovo luterano e segretario generale della Ccpe.

In pratica proprio da Firenze, con questa assemblea, prende impulso il cammino verso il “giubileo” protestante, ovvero la celebrazione dei 500 anni della Riforma di Martin Lutero nel 2017. "Ci è stato detto che non si può celebrare un peccato, cioè il peccato della divisione delle chiese - dice il teologo valdese Fulvio Ferrario, membro del consiglio Ccpe, riferendosi a una frase del cardinale cattolico Kurt Koch - ma noi non celebriamo la divisione, bensì la comunione della santa chiesa di Gesù Cristo, che con la Riforma ha potuto ascoltare l’evangelo della grazia in forma fresca e nuova ogni mattino, come canta un meraviglioso inno tedesco".

Nessuna polemica diretta con la Chiesa cattolica, ma la voglia di affermare con forza che quello cattolico non è l’unico modello di cristianesimo possibile.

"Proprio in un contesto di quasi monopolio (cattolico, ndr,) è ancor più necessario riaffermare il diritto di opinione e la difesa del pluralismo, anche davanti allo Stato italiano", aggiunge Holger Milkau, decano della Chiesa luterana in Italia. Al centro di tutto, comunque, c’è sempre il Vangelo: "Crediamo che la riscoperta del Vangelo, da parte della Riforma può essere, anche oggi, un forte contributo alla missione dell’intera Chiesa di Gesù Cristo", come dice il neo moderatore della Tavola valdese, Eugenio Bernardini.

di Roberto Davide Papini