di STEFANO VETUSTI
Firenze, 16 settembre 2102 - Dal silenzio che avvolge i cantieri fermi della tramvia (la linea 2) sale la voce della Cisl. «Da molti mesi non si trova una soluzione per uscire dallo stallo. Il costo dell’opera aumenta. Le banche reclamano 15 milioni di euro in più per interessi e altri costi indiretti andando a incidere sulla rata del mutuo di 160 milioni. Una cifra importante ma non può essere solo questa la causa che da gennaio impedisce l’inizio dei lavori».

Queste le parole del responsabile provinciale Cisl trasporti, Paolo Panchetti. «Il Comune deve rompere gli indugi — aggiunge — e fare la sua parte». Circa la metà di quei 15 milioni, dice la Cisl, potrebbe metterli il raggruppamento di aziende (la società Tram con i soci principali Ratp, Ataf e le ditte costruttrici) che ha in appalto i lavori». Restano da trovare 7-8 milioni. «Facciamolo in fretta, altrimenti, ricorda anche la Cisl, c’è il rischio di perdere anche i 36 milioni di euro dell’Unione europea se l’opera non verrà messa in funzione entro la fine del 2015«. Le linee 2 e 3 della tramvia sono una spina nel fianco del sindaco Renzi. I lavori della linea 2 (da Peretola alla stazione di Santa Maria Novella) dovevano partire a maggio 2011: mille giorni a tutto gas e sarebbe finita. Ma non fu così. Dopo l’annuncio del sindaco restò solo il silenzio. Passa il tempo. Barcollano i privati, alla Btp succede l’Impresa di Raiola, con cui Renzi si presenta — il 5 novembre 2011 — a Novoli per aprire il cantiere. I mille giorni si riducono a 960. Ma anche stavolta, dopo l’annuncio ancora silenzio. Intanto la crisi fa esplodere i tassi di interesse. Passano i mesi. Ad oggi non ci sono certezze. Il piano finanziario del project deve essere ridefinito. Sono rimasti tre istituti bancari in campo: Cassa depositi e prestiti, Monte dei Paschi e Intesa San Paolo.

Il project prevede che la parte pubblica copra il 65% dei circa 400 milioni che occorrono per la tramvia (linea 2 e 3), i privati il restante 35%. Ma i privati non hanno liquidità sufficiente, devono avere i soldi dalle banche. Queste ultime chiedono ulteriori garanzie sui tempi (finanziamento per 20 anni, di durata inferiore a quella della concessione, per assicurarsi un margine nel caso la tramvia non rendesse come dovrebbe); chiedono tassi di interesse più alti per le mutate condizioni di mercato (i 15 milioni in più sui 160 di finanziamento); hanno spedito propri consulenti a verificare il numero di passeggeri e quindi di incassi che garantirà la tramvia, così come hanno voluto vedere se il bando di gara regionale del trasporto su gomma non infici il rendimento della futura tramvia. All’appello della Cisl il Comune risponde che non può sostituirsi ai privati altrimenti non sarebbe più un project. In Palazzo Vecchio restano comunque ottimisti.

L’accordo tra banche e privati sarebbe in dirittura d’arrivo. I soldi, alla fine, li metterà per intero (circa 150-160 milioni) la Cassa depositi e prestiti. Le altre due banche dovrebbero fare da «spalla», fornendo garanzie. Manca ancora però la lettera di conferma da parte del pool di istituti bancari. Quando arriverà?