Firenze, 14 settembre 2012 - Una seconda super-perizia per fare definitiva chiarezza sull’autenticità del testamento di Oriana Fallaci, deceduta nel 2006, da tempo oggetto di una disputa legale tra il nipote nominato unico erede Edoardo Perazzi, da una parte, e dall’altra la di lui madre, nonché sorella di Oriana, Paola Fallaci spalleggiata dall’altro figlio Antonio.

Se infatti la prima perizia grafologica d’ufficio, disposta dal gip Angelo Antonio Pezzuti, aveva dato ragione ad Edoardo, valutando per la piena bontà della firma in calce al testamento, di tutt’altro avviso erano stati i periti della procura e dei familiari che si contrappongono ad Edoardo.

Così, a causa di queste incongruenze, il procuratore aggiunto Giuliano Giambartolomei - che coordina l’inchiesta in cui s’ipotizza il reato di truffa a carico di Edoardo Perazzi - ha chiesto e ottenuto dal gip Pezzuti la rinnovazione della perizia.

Stavolta, a cercare di mettere un punto alla querelle, i periti saranno addirittura tre, fra i quali un neurofisiologo che possa giudicare, in base alle cartelle cliniche, se la scrittrice fosse in grado, 25 giorni prima della sua morte e dieci prima dell’entrata in coma, di porre una firma chiara sul documento.

Sempre secondo la perizia d’ufficio, peraltro, sarebbero emerse incongruenze dall’analisi di alcuni assegni che la Fallaci avrebbe emesso nelle settimane precedenti la sua scomparsa. In particolare, uno da 569mila euro intestato e incassato da Paola Fallaci e un altro riconducibile proprio al nipote Edoardo. Ai tre esperti sarà formalmente affidato l’incarico nell’udienza del 15 ottobre prossimo davanti al gip Pezzuti.

di Gigi Paoli