Firenze, 10 settembre 2012 - «NON POSSIAMO più consentire abusi da parte delle Rsa nei confronti degli utenti. Quanto prima arriverà un nuovo regolamento e un nuovo contratto a cui tutti devono attenersi». È deciso l’assessore alle politiche sociosanitarie del Comune, Stefania Saccardi.
Nei giorni scorsi, come riportato dalla Nazione, ha visto la sua amministrazione accusata di essere colpevole di impegnative fatte firmare alle famiglie di anziani non autosufficienti al loro ingresso in una Rsa: si impegnano a pagare le quote sociali (circa la metà della retta giornaliera del degente, ossia 50 euro al giorno) qualora il Comune dovesse smettere di farlo. Ogni residenza, sia pubblica che privata, ha il suo contratto. I familiari inadempienti si sono trovati a ricevere ingiunzioni di pagamento anche da 45 mila euro. Per chi fa ricorso non c’è la certezza di ottenere ragione: un giudice fiorentino in un caso seguito dall’Aduc ha annullato l’ingiunzione da oltre 8 mila euro, ma non sempre va così.
Le Rsa si difendono: «Siamo costretti a far firmare questi accordi – ha detto il presidente di Anaste Paolo Moneti – perchè le amministrazioni parlano di rapporto privato tra cittadino e struttura chiamandosi fuori da eventuali mancati pagamenti. Succede che una volta entrati in una struttura si smette di pagare una cifra decisa dal Comune, non dalla residenza. Dobbiamo tutelarci». Ma Palazzo Vecchio replica.
«In prima battuta per la quota sociale con la Rsa risponde direttamente il privato — dice l’assessore Saccardi —. Se non ha redditi sufficienti, subentra il Comune, ma altrimenti spetta alla famiglia». Ma alcune strutture “esagerano”: «Ci hanno segnalato contratti capestri e non legittimi, con clausole ai limiti dell’abuso. Per questo nella nuova convenzione che le residenze che vorranno convenzionarsi dovranno firmare con noi, inseriremo una bozza di accordo con l’utente al quale attenersi».
Il regolamento fiorentino viene contestato dalle associazioni dei consumatori perché, a differenza della legge nazionale, calcola il reddito non solo su quello dell’anziano e del suo coniuge ma anche sui figli. «Altrimenti sarebbe facile aggirare la legge. Per questo stiamo chiedendo al Governo di cambiare la normativa nazionale come abbiamo fatto noi». Sempre sul fronte Rsa, sottolinea la Saccardi, a fine settembre a graduatoria per un posto in residenza sarà quasi azzerata.
«A fine luglio era di 147 nomi, ma abbiamo inserito numerosi ricoveri di sollievo diventati poi stabili e altri 80 anziani saranno inseriti nelle prossime settimane grazie a una revisione di tutti i casi e a fondi sbloccati con Inpdad e con la Asl. Contiamo di arrivare a una graduatoria di 50-60 persone». Non male, visto che due anni fa era lunga più di 200 nomi. Resta invece estenuante l’attesa di chi vorrebbe un contributo per la badante: «I nomi in lista continuano ad essere 1000 nonostante i fondi siano invariati a 2 milioni e 100 mila euro. Rivedremo la graduatoria ripulendola dai decessi e dalle persone inserite in Rsa, ma normalizzarla è complicato».
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