Firenze, 8 settembre 2012 - CI SONO anche le aperture a fare da contrappasso alle chiusure. Meno male. In questi giorni, la catena di cibo di alta qualità Eataly ha siglato il suo contratto (d’affitto) con Firenze: sorgerà, come annunciato, nel fondo lasciato libero dalla libreria Martelli. Mancano ancora le autorizzazioni, ma su questo punto, tutti, compreso il patron della fortunata catena, Oscar Farinetti, sembra più che ottimista. «Prevediamo di aprire a metà dell’anno prossimo», ci conferma al telefono. Qualche indiscrezione anche sul format che Eataly impianterà in via Martelli: accanto al modello che ha saputo conquistare il mondo, lo store del cibo recupererà l’antica vocazione di quel fondo: «Ci saranno molti libri», dice il patron di Eataly. Poi corsi di cucina, lezioni con chef rinomati che, vista la particolare collocazione di questa “filiale” della catena, verranno tradotti in diverse lingue, compreso il cinese.

AUSPICABILE che l’avvento della catena porti dei vantaggi anche sul profilo dell’occupazione. Non tutti i dipendenti della defunta libreria Martelli, ad esempio, sono riusciti a ricollocarsi stabilmente: la “libreria” di Eataly potrebbe dunque rappresentare un’occasione se nei prossimi mesi non si prospettassero altre soluzioni per loro. Ma la rinnovata via Martelli, fresca di ripavimentazione, nonostante un aspetto decisamente più “europeo” fa ancora i conti con chi se ne va. E’ il caso della boutique Raspini: proprio in questi giorni sta liquidando i suoi magazzini, richiamando numerosi clienti che, pur di accaparrarsi un pezzo firmato scontato fino all’ottanta per cento, sono pronti pure a mettersi in coda. E poi resta il nodo della vicina via Cavour. La strada sta cambiando, al posto dei bei negozi di una volta proliferano kebab, minimarket, negozi etnici. Una volta ci avrebbero stonato. Adesso sembrano gli unici in grado di permettersi gli affitti che, nonostante la crisi e i fondi lasciati vuoti da chi se n’è andato, continuano ad essere elevati.
 

Stefano Brogioni