Firenze, 27 agosto 2012 - "AIUTO questa è una rapina". Parole forti, soprattutto se a finire sotto accusa, è Publiacqua. In questi giorni stanno arrivando bollette che sembrano ‘pazze’, ma che in realtà aggiornano i depositi cauzionali. Pochi ci guadagneranno, per molti invece sarà l’ennesima batosta, insieme alla benzina, al ritorno dalle ferie. Accorriamo a casa della prima lettrice che ci ha chiamato (che è anche in malattia e quindi non può uscire di casa: "Sennò – dice furibonda Lavinia – sarei già andata negli uffici dell’acquedotto a farmi sentire") e controlliamo la bolletta ‘astronomica’ che è appena arrivata. "Sono 247 euro – cerchiamo di sdrammatizzare – non sarà poi la fine del mondo".
 

 

"Per arrivare a fine mese – replica lei – ci vuole una fantasia eccezionale, tante zuppe, frittate e patate". Il problema di Lavinia come di altri 13mila è di aver pagato, fra novembre e giugno, una bolletta dell’acqua in ritardo, anche di un solo giorno. "A me la bolletta di marzo - racconta Lavinia — non è mai stata recapitata. Il sollecito, invece, sì, e ho subito pagato. A giugno, poi, nella bolletta di 36,63 euro, Publiacqua mi ha anche addebitato: 6,60 euro per spese di recupero credito, 3,90 di spese postali per la raccomandata, 0,37 di interessi passivi. Insomma questo giochino, di cui non ho colpa, alla fine mi è costato 10,87 euro. Non bastava chiedo io?" No, signora, non bastava.

 

Lavinia è entrata così nel ‘girone’ dei cattivi pagatori e per prima cosa il suo deposito cauzionale è stato raddoppiato. Sì perché questo problema, ovviamente, ce l’hanno tutti quelli che non hanno la domiciliazione bancaria, come gli utenti dei condomini (il 60-65% ovvero circa 240mila clienti). Ma come funziona? Il regolamento sul deposito cauzionale è cambiato l’anno scorso a novembre. Così, a dicembre, è stato restituito il vecchio deposito e ne è stato riaccreditato uno nuovo, calcolato su due mesi di consumo. Il deposito è salito, invece, a 4 mesi se l’utente aveva ritardato una volta, e a sei mesi per quelli che l’avevano fatto almeno due volte.

 

Ogni anno a giugno c’è poi la verifica in cui Publiacqua elargisce premi e pene. Così, come spiegano i funzionari della società, su 370mila utenze, quelle coinvolte nel cambio sono 17.565. Di queste 4.106, sono quelle a cui vengono restituiti un po’ di soldini, ovvero metà circa del deposito cauzionale, perché è finito nel frattempo il ‘purgatorio’ di due anni da quando avevano ritardato il pagamento.

 

Invece 1.800 (fra cui la nostra lettrice) passano da 2 a 4 mesi di deposito cauzionale. Altri 11.600, poi, finiscono nel ‘girone’ in cui la cauzione sale a una cifra pari a sei mesi di consumo d’acqua. Con un 5% di nuovi ‘clienti’, che fra dicembre e giugno, è finita nella ‘lista nera’ che fotografa le difficoltà crescenti da tante persone a pagare anche cifre minime. Publiacqua si difende: "Noi dobbiamo avere i soldi per fare gli investimenti e garantire il servizio pubblico". Che però non può essere gratis. La chiusura del contatore in caso di mancato pagamento può avvenire anche dopo soli 20 giorni dal primo sollecito.

Luigi Ceccherini