Firenze, 13 agosto 2012 - Il sindaco Matteo Renzi ha scritto oggi al ministro per i Beni culturali Lorenzo Ornaghi in merito alla Battaglia di Anghiari. Nella lettera Renzi informa il ministro la sua decisiione di interrompere, per il momento, la ricerca sulla Battaglia di Anghiari. Ecco il testo della lettera.

"Signor Ministro, Professor Ornaghi,
Le scrivo per metterLa a conoscenza delle decisioni della città di Firenze in ordine alla ricerca della Battaglia d'Anghiari, dopo che i Suoi uffici ci hanno comunicato le determinazioni che precludono all'equipe dell'ing. Maurizio Seracini, direttore scientifico della ricerca, di procedere con la fase due dell'indagine, come invece noi avevamo richiesto.


Riepilogo i fatti. Da quasi cinque secoli la comunità fiorentina discute (e litiga, siamo a Firenze) sulla possibilità che il capolavoro di Leonardo da Vinci “La Battaglia d'Anghiari” sia nascosto nel Salone dei 500 dietro un affresco del Vasari. Nel corso degli anni vari gruppi di ricerca hanno svolto indagini in questa direzione. E addirittura poco più di trent'anni fa alcuni tecnici del Ministero, con l'autorizzazione delle Sovrintendenze, hanno proceduto, invano, allo strappo di diversi metri quadrati di un altro affresco del Vasari sulla parete Ovest. L'affresco è stato poi rimesso a posto, senza aver ottenuto risultati apprezzabili.
 

Le ricerche dell'ing. Seracini – supportate dalla Città di Firenze, dall'Università della California di San Diego e sponsorizzate da più privati, coordinati in quest'ultima fase da National Geographic – hanno prodotto invece risultati inoppugnabili. Il primo e più evidente dei quali è che le teorie degli uffici del Ministero che produssero lo strappo del Vasari in Parete Ovest erano del tutto erronee, avendo Leonardo realizzato l'opera sulla parete opposta antecedente l’intervento architettonico del Vasari stesso.
 

In particolar modo nelle indagini condotte tra novembre e dicembre 2011 Seracini e il suo team – sotto il diretto controllo del Ministero, con le autorizzazioni del Comune e della Soprintendenza e per il tramite dell'Opificio delle Pietre Dure – hanno potuto estrarre del materiale dall'intercapedine esistente sotto la Battaglia di Scannagallo del Vasari: grande è stata l'emozione quando abbiamo rinvenuto tracce di materiale colorato che danno finalmente la certezza della presenza di una pittura sulla parete celata sotto l'opera del Vasari. E la sonda che è stata inserita nel muro, di appena 4 millimetri, mostra in modo evidente la traccia di pennellate, come testimoniano i video già visionati dai Vostri uffici. Sotto il Vasari abbiamo dunque la certezza di avere un'opera pittorica: non è più un'ipotesi ma un dato di fatto. Un risultato storico, una pietra miliare in questa ricerca.


Grazie all'indagine condotta con il sostegno economico di National Geographic, senza alcun costo per la comunità, abbiamo dunque appurato che sotto la Battaglia di Scannagallo ci sono tracce di pittura. Era un'ipotesi non confermata fino alle indagini dello scorso inverno e anzi decisamente esclusa da alcuni autorevoli professionisti che si sono opposti alla ricerca sostenendo che stessimo sbagliando parete. Non sbagliavamo noi, dunque. E non erano sbagliate neanche le tecniche utilizzate, visto che nonostante la solerte denuncia penale di alcune associazioni e comitati, la Procura della Repubblica ha ritenuto di dover archiviare le accuse che ci erano state rivolte di aver “forato” il dipinto del Vasari.


Nel marzo scorso ho chiesto, privatamente e pubblicamente, l'autorizzazione alla seconda fase della ricerca. Abbiamo finalmente chiaro un fatto inoppugnabile: sotto il Vasari c'è un'opera pittorica e le fonti sono concordi nel ritenere che se nessuno in precedenza ha realizzato alcun intervento pittorico: soltanto Leonardo ha lavorato lì durante il breve periodo di governo della Repubblica Fiorentina. Non abbiamo più il dubbio di sapere se c'è qualcosa lì sotto. C'è senz'altro. Ragionevolmente è la Battaglia d'Anghiari. Ma in che condizioni si trova? Sono solo pezzi distrutti e frammentati o Vasari ha inteso proteggerla attraverso un'intercapedine per lasciarla ai posteri come peraltro aveva già fatto in Santa Maria Novella con un affresco del Masaccio? Questa è la seconda sfida della ricerca.
 

Non è difficile dare una risposta. Seracini ha individuato alcune zone dell'affresco del Vasari che sono state interessate da restauri ottocenteschi, più vicine alla zona in cui ritiene possa esserci l’opera (distante qualche metro dai fori autorizzati dall’Opificio) e ha proposto di staccarli per verificare la situazione della Battaglia d'Anghiari attraverso una microsonda. Dunque senza toccare il Vasari originale siamo nelle condizioni di capire se il capolavoro di Leonardo sia ancora in condizioni accettabili o meno.
 

Non stiamo chiedendo la luna, né complicate operazioni di strappo, già fatte peraltro in passato dai tecnici del Suo Ministero. Ci stiamo limitando a chiedere di rimuovere qualche centimetro di restauro ottocentesco per avere la certezza della consistenza dell'opera di Leonardo. La rimozione e il recupero di pezzi di restauro ottocentesco sono già stati fatti in più circostanze e in tante altre opere d'arte. Abbiamo fatto una richiesta semplice, non ci siamo avventurati in complicate e azzardate operazioni rischiose. Dopo qualche mese di attesa la risposta arrivata dai Suoi uffici suona come una posizione pilatesca: nei fatti gli uffici autorizzano quello che già... era autorizzato prima della ricerca di novembre-dicembre, che parlava di sette fori (l’ultimo non venne praticato perché rimaneva comunque distante dalla zona che si voleva investigare) ignorando la richiesta del team di Seracini.


Caro Ministro, la città di Firenze non accetterà mai che una ricerca scientifica rigorosa, fondamentale per la nostra storia, possa essere trasformata in una telenovela di seconda categoria. Il Suo dicastero, se vuole, ha gli strumenti per mettere la parola fine a questa vicenda autorizzandoci a capire in che stato si trova la Battaglia d'Anghiari che il team di Seracini ha localizzato e le cui prime tracce sono state già prelevate e offerte all'attenzione delle analisi di laboratorio. La microsonda non è in grado di prelevare altro materiale nei fori aperti dall’Opificio; ricordo peraltro che siamo lontani dalla zona inizialmente indicata.
 

Mai come in questa vicenda volere è potere. Ma se Ella e i Suoi collaboratori preferiscono prendere tempo, non esprimendosi, non sarà la mia Amministrazione a giocare al rinvio per lucrare un po' di visibilità internazionale. Noi siamo seri e sappiamo distinguere tra serie ricerche scientifiche e operazioni di immagine spot. Ho scritto a National Geographic – che sostiene la spesa dell'intervento e che riconosce un contributo di 250.000$ alla città di Firenze, perché l'Amministrazione Locale ha dimostrato che certe operazioni si possono fare senza costi per il contribuente ma anzi con un ritorno economico – per evidenziare come la posizione debole e interlocutoria degli uffici del Ministero nei fatti impedisca di vere le risposte che cerchiamo. Ho dunque invitato il privato che sostiene la ricerca a sospendere i lavori, finché non ci sarà una chiara autorizzazione da parte Sua o più probabilmente del Suo successore.
 

Per correttezza ho il dovere di dirLe che la Città pubblicherà la ricerca di Seracini così da offrirla all'attenzione degli esperti e dei media di tutto il mondo. Terminata l'imminente stagione elettorale, sia centrale che locale, riproporremo al nuovo Governo l'intervento su Anghiari. Sono il primo a volere che l'indagine su Anghiari stia dentro il dibattito scientifico e non elettorale. Mi rimane l'amaro in bocca perché penso che non occorresse un grande coraggio, ma il semplice buon senso per autorizzare gli stacchi richiesti da Seracini. Ma Firenze ha atteso quasi 500 anni: oggi che abbiamo la certezza che almeno tracce della Battaglia ci sono, non ci cambia la vita aspettare un anno in più.

Nel corso di questi mesi la mia amministrazione ha fatto della cultura la chiave di volta del proprio mandato. Abbiamo stanziato fondi per raddoppiare gli spazi museali in Palazzo Vecchio, dagli scavi archeologici fino alla Torre d'Arnolfo (e se i visitatori sono passati da 380mila a 510 mila, qualcosa vorrà pur dire). Abbiamo aperto fino a mezzanotte i musei civici e le biblioteche. Abbiamo salvato dalla chiusura il Teatro della Pergola, dopo la dismissione di Eti. Abbiamo iniziato una durissima cura dimagrante al Maggio Musicale per riportare il bilancio in pareggio dopo che per anni si era avuta una politica di assunzioni scriteriata, mantenendo però alta la qualità artistica, in attesa che il Governo mantenga gli impegni che ha preso - e che ancora non rispetta - almeno sulla macchina scenica del nuovo Teatro. Abbiamo scommesso sia sugli eventi come le notti bianche e i capodanni in piazza sia sui concerti o gli eventi culturali come la recentissima maratona dantesca con Roberto Benigni.

Il lavoro condiviso con i Suoi uffici consente alla nostra Card museale di aver risolto un problema che da decenni impediva a Firenze di offrire una proposta unitaria ai turisti. In tempi di tagli la mia amministrazione ha aumentato gli stanziamenti sulla cultura contro tutte le previsioni. Dunque possiamo essere accusati di molto, ma non di scarsa attenzione alla cultura. La ricerca della Battaglia d'Anghiari per noi sta in questa logica di investimento sulla cultura come sfida identitaria per la città. Non è uno spot elettorale, ma una gigantesca opportunità per la nostra storia e per il nostro futuro. Se il Ministro oggi ha paura ad autorizzare ciò che viene autorizzato costantemente in tutti i restauri del mondo, aspetteremo che cambi Governo. Aspetteremo ancora qualche mese, ma almeno porteremo a termine la ricerca. Per noi e per i nostri figli.
Un saluto cordiale,

Matteo Renzi