Firenze, 5 agosto 2012 - Nell'anno più buio per le tasche dei cittadini, l’Ataf lascia tutti a piedi il giorno di Ferragosto. Gli autobus non circoleranno. Una decisione più da terzo mondo che da civilissima Toscana sempre attenta al mantenimento dei servizi, ai bisogni delle fasce più deboli, nonostante l’abbattimento del trasferimento di fondi da parte dello Stato, come sbandierano anche in questi giorni le varie amministrazioni, per la maggior parte di sinistra.
 

Chi ha bisogno di spostarsi in città — siano anziani soli, siano stranieri in visita alla città (bella figura che facciamo) —, se non ha un mezzo proprio, sarà costretto a chiamare un taxi o a chiedere un passaggio. Altrimenti a casa. Un diktat. Alla faccia della grande attenzione degli enti pubblici. Alla faccia della capitale della cultura e dell’accoglienza (tra l’altro Ataf non ha ancora avuto premura di comunicare sul sito internet la notizia). A parte il dispiacere e le scuse da parte dell’assessore provinciale ai trasporti Stefano Giorgetti, sinceramente rammaricato della decisione, indietro non si torna. Manca la copertura, mancano circa 58mila euro perché i bus possano circolare.
Assessore, perché la Provincia ha deciso per lo stop degli autobus?
«La Provincia ha redatto l’obbligo allo stop di Ataf per Ferragosto in base a una decisione collegiale, concertata con tutti i Comuni e maturata lo scorso 28 marzo».
Per dare un segnale sono due anni che il servizio non si ferma il Primo Maggio... poi, si decide di tagliare il 15 agosto.
«Non ci sono i soldi. Mancano i 58mila euro che permetterebbero di far circolare i bus Ataf. Non si possono fare obblighi di servizio senza risorse per poterlo sostenere: non possiamo ordinare un chilometro in più rispetto ai soldi che ci sono a disposizione».
Ma i soldi per il Primo Maggio c’erano?
«Nella riunione con tutti i Comuni del lotto urbano, a marzo, abbiamo concertato il funzionamento di Ataf nei giorni festivi, dal Primo Maggio a Pasqua a Pasquetta ed è stato deciso di tagliare il 15 Agosto perché, per esempio, rispetto al Primo Maggio, serve molte meno persone in termini di utenza».
Con questa logica si potrebbero fermare i bus anche la domenica. Ma non sarebbe comunque una scelta democratica.
«Se la giunta provinciale non avesse fatto un atto di coraggio assumendosi la responsabilità di far circolare Ataf in luglio e agosto, visto che la Regione non ha ancora ricevuto un centesimo di trasferimenti dallo Stato per il trasporto pubblico, in tutto il 2012, i bus sarebbero rimasti fermi per due mesi: la delibera regionale è arrivata in questi giorni».
Quella di fermare il trasporto pubblico a Ferragosto è quantomeno una decisione impopolare.
«Con i tagli salta il concetto che il servizio pubblico è dovuto a tutti. Si devono fare delle scelte. Le nostre sono quelle di assicurare gli spostamenti agli studenti, ai lavoratori, ai pendolari. Che a Ferragosto sono sicuramente ridotti».
Quindi gli anziani non hanno il diritto a spostarsi.
«Per carità. E’ una scelta triste. Si cerca di fare il meno peggio, non il bene di qualcuno a discapito di qualcun altro. Comunque quando si taglia si penalizza sempre. E le fasce più deboli sono sempre le prime a rimetterci, in ogni caso».
L’anno prossimo ci sarà un massacro.
«No, il contrario. Nel bando di gara per l’assegnazione del servizio di Trasporto pubblico locale, c’è un 5% in più di chilometri di percorrenza che permetterà di evitare queste decisioni drastiche».