Firenze, 27 luglio 2012 - E’ USCITA dalla discoteca sconvolta. In lacrime o quasi. Il resto della notte fra martedì e mercoledì la studentessa americana di 20 anni l’ha passata al pronto soccorso di Careggi a farsi medicare, poi a tu per tu con la polizia per denunciare la violenza sessuale. Una denuncia circostanziata e precisa nei particolari: alcune ore dopo, la notte successiva, gli investigatori della squadra mobile hanno individuato e sottoposto a fermo di pg un trentatreenne senegalese, da anni trapiantato in città dove svolge l’attività di public relations per più discoteche. Fra gli habitué della movida, nel giro del popolo delle notti fiorentine, è noto per l’appeal che esercita soprattutto sui turisti statunitensi, studenti in testa: contitolare di un’agenzia specializzata, organizza feste a tema ma anche serate in discoteca.

Va spesso nella Grande Mela e quindi conosce la realtà Usa, i gusti, le aspettative di divertimento. Dalla notte fra martedì e mercoledì però qualcosa è cambiato nella vita del promoter ma anche in quella della ventiduenne studentessa dell’Ohio. Secondo la denuncia, quest’ultima sarebbe andata nel locale di via Palazzuolo in compagnia di un’amica e lì avrebbe incrociato il trentenne, altissimo e decisamente prestante, con il quale ha simpatizzato. Lui evidentemente conosce la discoteca — la frequenta per lavoro anche se non è dipendente — perché conduce le ragazze in un camerino che sarebbe riservato esclusivamente al personale dove le intrattiene finché le due vanno a ballare. Solo che nel corso della serata, come verrà poi raccontato nella denuncia, le ragazze si perdono di vista. Tanto che la ventiduenne chiede al promoter se ha visto la sua amica e lui le risponde di seguirlo nel camerino. L’amica non c’è ma lui la convince a fermarsi a ballare lì, in solitudine. Poi l’approccio si fa più spinto, il pr la spoglia parzialmente, la spinge in un bagno attiguo dove abusa di lei due volte.


Quando è tutto finito — ma è solo un modo di dire — la ragazza finge di essersi fatta male a una caviglia per allontanarsi. Riesce a ritrovare finalmente la sua amica: quanto sia distrutta, psicologicamente e non solo, lo testimonierebbero le immagini delle telecamere posizionate nel locale che hanno ripreso le sue lacrime e lo sconcerto dell’altra che ascolta, poi la loro fuga a bordo di un taxi, diretto a casa e poi all’ospedale.
Fin qui la denuncia della ragazza. Ma la squadra mobile vuole riscontri oggettivi: sente testimoni, acquisisce i video delle telecamere di sicurezza della discoteca e, soprattutto, sequestra il telefonino di un altro senegalese che ha ripreso l’intera violenza sessuale. E’ lo stesso promoter a indirizzare la polizia: vuole dimostrare che la ragazza era consenziente. Solo che il cellulare contiene anche un’altra sua analoga «performance»: le immagini ora sono al vaglio degli inquirenti che devono vedersela con il sospetto che ci sia stato un episodio precedente e analogo di violenza sessuale. Tanto più che il pr senegalese è stato riconosciuto da un’altra studentessa americana in soggiorno a Firenze che, qualche tempo fa, riferì alla polizia di essere stata aggredita sessualmente anche se poi non formalizzò la denuncia.


La direzione del locale di via Palazzuolo è costernata. «Non sapevamo niente dell’accaduto, nè potevamo immaginarlo. Però la discoteca si è messa subito a disposizione degli inquirenti per chiarire le modalità dell’accaduto fornendo le immagini».

I video, già: la chiave di tutta l’indagine. Le telecamere consentono di smentire che la violenza possa essersi consumata nelle toilette destinate al pubblico, ma non sono invece monitorati dalla security il camerino dei dipendenti e la relativa toilette. «Lui non è un nostro dipendente e lì non poteva entrare», precisa la direzione. Nelle prossime ore l’udienza di convalida dell’arresto.

Laura Gianni - Stefano Brogioni