Firenze, 26 maggio 2012 - "Ringrazio la presidenza Della Valle e voglio che tutti i giocatori che avremo abbiano le motivazioni che ho io. La Fiorentina è un punto d'arrivo per me, è un'opportunità pazzesca": così Daniele Pradè nuovo direttore sportivo della Fiorentina che si è presentato a fianco del presidente esecutivo Cognigni e dell'altro direttore sportivo Eduardo Macia, che lavorerà insieme a Pradè. "Jovetic e' un calciatore pazzesco e noi dobbiamo partire da lui.

Il Milan sta facendo una grandissima fatica a trattenere Ibra e Thiago Silva ed e' l'ottavo club d'Europa, noi faremo di tutto per tenere Jovetic, ci voglio parlare. Noi siamo padroni di noi stessi, del nostro destino, e Jovetic e' il nostro punto di partenza, chiunque deve parlare con noi". Daniele Prade', nuovo direttore sportivo della Fiorentina, nella conferenza della sua presentazione, ha parlato del mercato dei viola e delle priorita'.

"L'allenatore in questo momento e' la priorita', la scelta va fatta di testa e non di pancia, non c'e' questa grandissima fretta.  Bisogna parlarci, guardare negli occhi gli allenatori per capire cosa pensano di questa squadra, di questa citta' e di questa societa'. E' la scelta da non sbagliare", aggiunge Prade'.

Cognigni aggiunge: "Vogliamo iniziare un nuovo ciclo dimenticando il ciclo appena passato che non ci ha soddisfatto appieno".

Pradé su Ljajic: "Un giocatore forte con cui mi vorrei mettere seduto insieme a Eduardo Macia e parlarci. Ma la decisione va presa insieme alla società. Su Vargas vale il discorso per gli altri calciatori. Parlandoci prenderemo delle decisioni anche su di lui".

Sul nuovo allenatore: "Dovremo vedere i pro e i contro, ogni allenatore ha i suoi pregi e i suoi difetti".

Ancora Pradé: "Ho avuto la massima scelta e la massima responsabilità. Mi sono state dette le persone con cui lavorerò. Con Macia sono molto in linea. Non so cosa è successo con Oriali però io vado avanti per la mia strada, vado avanti con la mia professionalità".

Sul settore giovanile Pradé dice: "Lo gestirò come alla Roma, con Macia che sarà il responsabile su ogni tipo di scelta, come lo era allora Bruno Conti". Gli viene chiesto se avrebbe voluto Delio Rossi: "Con lui c'è una grande stima professionale ma vado avanti per la mia strada".

Fra due tre settimane verrà varato il nuovo progetto per lo stadio. Quanto la Fiorentina è attenta a questa possibilità? Dice Cognigni: "Il discorso merita una riflessione ampia. Mi fa piacere che il vicesindaco Dario Nardella, che partecipa alle nostre assemblee ci tranquillizzi sul fatto che in Comune avrebbero risolto i problemi burocratici. Quello che dico a Nardella in privato lo dico in pubblico. Si parla di grandi numeri finanziari, lui con tutta l'amicizia che ho per lui parla dei numeri, di sicuro ci sono dei trionfalismi che vanno rivisti. La spesa è importante e i finanziamenti vanno restituiti. Se le rate vengono sottratte ai proventi maggiori per quindici anni la situazione finanziaria attuale potrebbe migliorare per due milioni e mezzo di euro. Facendo uno stadio nuovo con quello che comporta forse con quella cifra compriamo l'acqua. Solo lo stadio non risolverà i problemi della Fiorentina. Non che abbiamo i problemi finanziari ma per vedere una Fiorentina vicina alle prime squadre in classifica occorreva un progetto ampio. Fare solo lo stadio non significa niente. Nel momento in cui il Comune ci dirà cosa accadrà in quell'area avremo grande attenzione".

Si torna a parlare di mercato: "Allenatore o no le punte dobbiamo prenderle perché non ne abbiamo".

Sui futuri giocatori dice Pradé: "La nostra forza deve essere il Franchi, deve essere che al Franchi le dobbiamo vicere tutte. Dobbiamo essere in dodici e sono convinto che con il tempo se la gente vede che in campo vanno calciatori che danno tutto per la maglia ci sarà un supporto e anche una spiegazione alle sconfitte. Il pubblico di Firenze è sopraffino e capisce se la squadra si impegna davvero".

Sulle dichiarazioni di Della Valle, che ha parlato di dubbi sull'investire su questo calcio: "Non facciamo fantasie, non c'è volontà di disimpegnarsi, è la denuncia di una persona di buon senso che evidenzia che ci sono tensioni troppo forte in un mondo in cui l'obbiettivo principale è divertirsi. La domanda che si fa Diego Della Valle è se è giusto investire in un mondo in cui il divertimento è sempre meno. Le affermazioni che ha fatto non sono indirizzate a Firenze. Qui non c'è violenza altrimenti questo gruppo se ne sarebbe andato. E' vero che a Firenze esistono tifosi esigenti e critici. Noi abbiamo avuto occasione di conoscere la critica del tifoso fiorentino, polemico a prescindere. Questo non significa che Diego Della Valle parlasse della Fiorentina. Vero è che in certi stadi in pochi delinquenti prendono in ostaggio tutti.

Se il caso Delio Rossi-Ljajic è successo in questa società che fa del fair play la sua bandiera significa che ci sono troppe tensioni. Se non stiamo attenti noi che siamo addetti ai lavori la situazione rischia di precipitare. La norma del fair play finanziario vedrà un ridimensionamento degli investimenti e quindi siamo sicuri che riusciremo a divertire? Tutto l'ambiente deve prendere atto di questa nuova situazione. Vivremo una sfida importante, ci saranno nuovi paradigmi da prendere in considerazione, vivremo molti anni nel purgatorio prima di tornare nel paradiso delle competizioni importanti. Se non prendiamo una soluzione condivisa rischiamo di portarci avanti questo problema e non è bello convivere con frange estreme che mettono in discussione quanto di buono una società fa".

Pradé poi dice: "Firenze è una piazza importante, devi avere giocatori che abbiano esperienza e abbiano la forza di giocare davanti a una tifoseria esigente. Non possiamo avere solo una linea verde, nel momento in cui le cose non vanno avviene che i punti importanti si prendono fuori casa e questo non va bene".

Sui nomi che circolano riguardo agli attaccanti risponde Eduardo Macia: "Su El Hamadoui abbiamo fatto una trattativa ma purtroppo la burocrazia non ha permesso per un piccolo errore di un'altra società che arrivasse. Questo ha creato frustrazione per il calciatore. Il suo comportamento è stato straordinario durante questi mesi. Un ragazzo che si vedeva identificato nel nostro progetto ma non è stato possibile averlo. A questo punto il nostro lavoro è aperto sul tavolo, dove insieme dobbiamo capire la cosa giusta in questo momento. Non dobbiamo pensare al passato. Siamo un libro aperto sul tavolo, dobbiamo capire cosa fare e soprattutto comprendere la giusta strada. Anche io sono convinto che prima deve venire l'allenatore e dopo la squadra. Dobbiamo capire le cose giuste da fare".