Firenze, 15 maggio 2012 - LEGGI: liquidazione straordinaria per cessata attività. Magari abbozzi pure un sorriso, pensando a qualche affare a buon mercato davanti a quel rotondo cinquanta per cento di sconto che, da sabato scorso, giornata dell’inizio della grande svendita, fa incolonnare davanti alla vetrina donne di ogni età ed estrazione. Ma poi, ti rendi conto che è un’altra attività che chiude, e per di più una storica, a Firenze, come “Romano”, e quel pensiero positivo t’abbandona.

Il brand Firenze, il marchio della fiorentinità, perde un altro pezzo. Via degli Speziali era l’ultima contea di un piccolo impero delle scarpe e delle borse che, neanche troppi anni fa, contava altri punti vendita sparsi nei punti commercialmente strategici della città. Il tempo di esaurire il magazzino, e resterà soltanto un outlet, all’Isolotto. Ma in centro niente più. Così, com’è stato per Divarese in via de’ Cerretani, Dominici di via Roma, Bologna di piazza Duomo.


Ora che i pomeriggi di spese si diradano, basta qualche settimana d’assenza, o di distrazione, e non ritrovi più lo stesso centro che avevi in mente.
Così, passeggiando per via Tornabuoni, t’accorgi dei grandi lavori per la nuova boutique di Fendi e che lo store dei Della Valle è passato dall’altra parte della strada e sfoggia il marchio Tod’s, anziché Hogan. Sempre in via Tornabuoni si nota anche che Baroni, storica boutique dell’abbigliamento da bambino, continua l’attività ma solo negli altri due negozi. Si dice che, al suo posto, arriverà un altro negozio di abbigliamento per bambino: la catena “Il Gufo”, brand diffuso in tutto il mondo ma che ha radici molto distanti da Firenze.
 

Ma cosa c’è dietro alla grande fuga dal salotto buono della moda e dello shopping?
Bisogna frugare nell’armadio della crisi, aprire tutti i cassetti e prendere pure i contratti d’affitto. Cifre a tanti zeri che, quando gli affari giravano, non erano che una delle tante voci di spesa; zeri che diventano troppi ora che la cassa è molto più avara di soddisfazioni. Le prime vittime sono loro, le botteghe, i commercianti fiorentini. Stritolati, costretti a lasciare o addirittura a svendere. Identico copione anche per altri, più grossi. Come lo store Ricordi, impiccato dalla crisi del cd. Al suo posto, viene annunciato Nespresso. Caffè, ma quello che piace a George Clooney.
 

stefano brogioni