Firenze, 2 marzo 2012 - E' guerra tra il sindaco di Firenze Matteo Renzi e il quotidiano Libero. Con il primo deciso a querelare il secondo e il suo direttore Maurizio Belpietro. Dopo la pubblicazione di un articolo del giornale a firma di Franco Bechis nel quale si parla di tre fatture che l'ex tesoriere della Margherita Luigi Lusi, ora in guai giudiziari proprio per la gestione dei soldi del partito, avrebbe pagato a Renzi durante la campagna elettorale del 2009. Campagna che portò Renzi a vincere le amministrative e a diventare sindaco di Firenze. La tesi di Libero è che non c'è nulla di irregolare nell'aver finanziato Renzi, ma che il sindaco è stato quantomeno ingrato nel chiedere l'abolizione del finanziamento ai partiti.

RENZI: "HO CHIESTO I SOLDI AI PARTITI: MA MI FU DETTO DI NO'' - Che in teoria non fosse nulla di illegittimo non c'è dubbio - dice Renzi -. I soldi dei partiti servirebbero per le campagne elettorali, non per le case dei dirigenti. Tanto è vero che nel 2009 io ho più volte chiesto che la mia campagna elettorale fosse aiutata dai partiti della coalizione. Ma mi hanno detto di no tutti - nessuno escluso, sia i partiti vivi che i partiti morti - e non è un caso se per pagare i debiti abbiamo allora acceso un mutuo che stiamo ancora onorando. Dunque non è come la storia della volpe e dell'uva: se me li avessero dati io quei soldi li avrei usati per la campagna elettorale, ci sarebbero stati utili. Ma mi dicevano che non c'erano.  Oggi come tutti gli italiani rabbrividisco nel capire perché non c'erano. Ma questa è un'altra storia''.

'"MAI AVUTO UN CENTESIMO DA LUSI, NE' DAL PD NAZIONALE" - 'La cosa sorprendente, dunque - continua il sindaco di Firenze - non è che io abbia avuto dei finanziamenti per la mia campagna elettorale: la cosa sorprendente è che io non li abbia avuti. Non li ho avuti da Lusi ma neanche dal Pd, a differenza di ciò che scrive Bechis e che dovrà provare in tribunale. Vediamo di essere chiari: Lusi, la Margherita e il Pd nazionale, regionale e fiorentino, non mi hanno mai dato un centesimo né per le primarie, né per le elezioni, né per il ballottaggio, né per la Leopolda uno o due. Chi dice il contrario mente sapendo di mentire. O è in malafede''.

"QUERELO LIBERO E COL RISARCIMENTO CI PAGO IL MUTUO DELLA MIA CASA" - Le fatture a cui si riferisce Libero sarebbero tutte state vergate con la scritta "Renzi" da Lusi. Si tratta in tutto di 122mila euro. La prima è di 36mila euro (beneficiario la società Web & Press di Firenze). La seconda è di 40mila euro alla società Dinamiche. La terza è semrpe alla Web & Press per 45mila euro. Ma il sindaco smentisce e prepara l'offensiva, minacciando la querela: ''In questi casi si annuncia che il risarcimento danni andrà in beneficenza. Io da subito informo che porterò a cena i volontari del comitato elettorale. E poi metterò la cifra a copertura del mio mutuo prima casa trentennale, non appartenendo alla categoria dei politici che comprano l'abitazione a loro insaputa''.

''Quanto a Lusi e alla Margherita come pure alla Lega che porta i soldi in Tanzania e a tutti quelli che ricevono soldi dal pubblico - conclude Renzi - ripeto qui quanto detto in Stazione Leopolda: è l'ora di abolire il finanziamento pubblico ai partiti e ai giornali di partito. Continuerò su questa battaglia, anche se Libero non vuole''.

BECHIS: "CONTROQUERELO RENZI" - Pronta la contro-replica di Bechis, vicedirettore di Libero, e autore dell'articolo su Renzi. ''Nel materiale sequestrato - spiega Bechis - c'è un certo numero di fatture, domani ne racconteremo altre. Mi sono limitato a documentare la cronaca. Renzi invece ha avuto toni diffamatori nella replica, che ho trasmesso al mio avvocato personale, perché non ho voluto coinvolgere il giornale. Del resto è tutto già 'in piazza', ci siamo affrontati su Twitter''. Il vicedirettore spiega anche di aver ''proposto a Renzi una querela e controquerela penale. Lui invece vuole procedere con l'azione civile. E' un trend ormai in voga tra i politici, un metodo intimidatorio per spaventare gli editori, che non aiuta a raggiungere la verità in fretta''.