Firenze, 29 febbraio 2012 - Un sequestro anti-camorra da parte della Guardia di Finanza che ha del clamoroso e che parte da Prato per poi estendersi a Firenze, Pistoia e tutta Italia. Colpito il clan dei Terracciano, che secondo le ipotesi dell'accusa riciclava denaro sporco provente di giri di usura e sfruttamento della prostituzione. Sequestri che fanno rumore, come quelli della catena di pizzerie Don Chisciotte, dieci locali sparsi tra Prato, Siena e Firenze.

I beni posti sotto sequestro si trovano in 8 regioni: Toscana, Campania, Basilicata, Lazio, Sicilia, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Umbria. Si tratta di 44 societa', 31 immobili (sparsi sul territorio nazionale, di cui 21 in Toscana), 31 autoveicoli, uno yacht di lusso, 17 cavalli, 67 rapporti finanziari e 2 cassette di sicurezza.

A seguito dell'esame delle loro modeste dichiarazioni dei redditi, i militari delle Fiamme Gialle fiorentine hanno infatti proceduto all'esecuzione di mirati accertamenti bancari sulle operazioni eseguite negli ultimi 10 anni da due sessantenni di origine napoletana ritenuti esponenti del clan Terracciano. Da qui e' emerso che i due, utilizzando prestanome, riuscivano a riciclare i proventi delle proprie attivita' illecite reinvestendole in normali attivita' commerciali.

''Andando a mangiare in pizzeria o al ristorante abbiamo la possibilita' inconsapevole di alimentare patrimoni criminali''. Ad affermarlo e' il procuratore capo di Firenze Giuseppe Quattrocchi, commentando il sequestro di beni. Tra i locali sequestrati, anche una catena di dieci pizzerie nelle province di Firenze, Prato e Pistoia, il cui titolare e' risultato affiliato al clan.

Secondo quanto spiegato dallo stesso procuratore, il sequestro e' stato disposto in via preventiva per sottrarre disponibilita' economica e patrimoniale a soggetti indiziati di appartenere ad associazioni di tipo mafioso, che avevano un tenore di vita sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati (poche migliaia di euro l'anno). ''In Toscana e' la prima volta che si applica una misura di prevenzione patrimoniale regolata dalla legge antimafia. Spero - ha concluso Quattrocchi- che quest'attivita' inauguri un costume operativo''.