Firenze, 14 febbraio 2012  - “PER QUALCHE decina di euro in più certi commercianti sono pronti a dar da bere anche ai ragazzini, è una follia. Con il vicesindaco Dario Nardella abbiamo deciso di dire basta. Chiederemo subito ai vigili di potenziare i controlli”. Massimo Mattei, assessore alla mobilità di Palazzo Vecchio, sbatte i pugni sul tavolo e schiuma rabbia dopo la lettura dell’inchiesta pubblicata ieri sulle pagine del nostro giornale, che testimonia - con un corredo di foto choc - come in molti bar del centro camerieri e gestori non si facciano alcun problema a servire birra e cocktail a due adolescenti senza chieder loro i documenti. Una bomba in uno stagno.


“STENTO a credere che sia successa una cosa del genere nel mio locale. Alcol a una ragazzina di 13 anni? Pazzesco”. Il primo a difendere la sua attività è Matteo Bonechi, titolare del Pub Australiano in Santa Croce, il locale dove Celeste e Cosimo (28 anni in due) hanno ordinato al banco dei ’rum e pera’ senza che nessuno spiegasse loro che i ragazzini delle medie di notte sarebbe meglio se ne stessero a nanna:
 

“NON SUCCEDERÀ mai più, qualcuno ha sbagliato e non ci passerò sopra” assicura il titolare. Repliche anche dallo Shot Cafè (da dove i nostri baby-complici sono usciti fuori con un Cuba libre): “Non capisco, forse quei ragazzi dimostravano più della loro età - attacca la titolare - Noi stiamo sempre attenti. Una cosa è certa: d’ora in avanti chiederemo a chiunque la carta d’identità”. “Dalle telecamere mi risulta che il ragazzino abbia preso da bere e la tredicenne abbia solo pagato e preso il resto - dice invece Paolo, gestore del William di via dei Magliabechi - Certo magari c’è stato un piccolo errore, ma posso assicurare che noi stiamo attentissimi e guardiamo sempre a chi stiamo somministrando alcolici. All’ingresso del mio locale c’è un cartello dove c’è scritto chiaramente che è necessario esibire un documento per la verifica dell’età. Il mio staff è attento e preparato, ci sono steward che allontanano i più giovani”.
 

ANDIAMO avanti e ascoltiamo il titolare del wine bar “Sei Divino” di Borgognissanti (questo il vero nome del locale e non “Bevo Vino”, l’enoteca di San Niccolò da noi erroneamente citata nel pezzo e con i gestori della quale ci scusiamo vista la loro totale estraneità all’inchiesta ndr): “Noi i documenti li chiediamo anche due volte. Non ci siamo accorti di aver dato da bere a un ragazzino ma è stato un caso. Abbiamo una clientela adulta, facciamo di tutto per scoraggiare i minorenni ad entrare qua dentro perchè siamo tutte persone responsabili”. Ma mentre i gestori dei locali si difendono monta la rabbia delle associazioni.
 

MATTEO LUCHERINI della Onlus Contatti (impegnata nella prevenzione e nella sicurezza) chiede “maggiori controlli”. “Noi - dice - continuiamo con le nostre battaglie, ma servono a poco se le punizioni non diventano davvero severe. Il sindaco Renzi inizialmente aveva provato a contrastare questo fenomeno ma non vedo continuità. E senza continuità si va da poche parti”.
 

SULLA QUESTIONE interviene anche Stefano Guarnieri, il padre di Lorenzo morto alle Cascine dopo essere stato travolto da un automobilista ubriaco: “Ben vengano queste inchieste - dice - sa quello che manca da noi? La cultura della responsabilità, negli Stati Uniti questi errori non vengono commessi”.