Firenze, 1 gennaio 2012 - In marcia per la pace. Così ha voluto iniziare l'anno la comunità di Sant'Egidio. Al corteo in ricordo di Samb e Diop, i due senegalesi uccisi il 13 dicembre a Piazza Dalmazia, hanno partecipato circa 350 persone.
 

Italiani, senegalesi, ucraini e peruviani, immigrati di diverse provenienze, adulti, bambini e anziani. Questi i tanti volti della marcia che nel pomeriggio ha attraversato il centro di Firenze, da piazza Santa Maria Novella a via Sant'Antonino e da lì in piazza Duomo e fino a Borgo Pinti


''Dando di clandestino al prossimo si è finiti per non riconoscere in lui una persona, un fratello, un amico'', è stato detto, davanti a un edificio, quello delle Leopoldine, in cui furono concentrati dai fascisti e dai nazisti quanti, nel '44, furono accusati, dopo uno sciopero, di essere oppositori pericolosi. Furono così associati al destino dei 311 ebrei catturati a Firenze e deportati nei lager, dai quali tornarono indietro solo in 15.


Il genocidio è stato ricordato, in particolare, dal cardinale Silvano Piovanelli, che ha recitato un testo di Wiesel. ''Sono contento di vederci qui insieme - ha poi spiegato - perché rappresenta quello che dovrebbe essere la nostra vita, una vita di pace. Se ci diamo una mano tutti insieme ci salviamo. Saremo più forti di queste campane'', che dal Campanile di Giotto facevano sentire il loro rintocco.  ''Di fronte alle difficoltà della vita e a quelle create dalla finanza, dalla proliferazione delle armi, si cercano capri espiatori che non c'entrano nulla'', ha detto Hassan Kebe, responsabile della comunità senegalese ed esponente di quella islamica.