Firenze, 5 novembre 2011 - Altri quattro uomini, sembra clochard, sono stati bloccati a Firenze dai carabinieri e poi rilasciati dopo l'identificazione, per l'agguato di ieri sera contro l'arcivescovo Giuseppe Betori e il suo segretario don Paolo Brogi, ferito da un colpo di pistola. I quattro si aggiungono ai sei uomini bloccati dalla polizia, anche loro rilasciati dopo accertamenti. In tutto sono stati controllati finora 10 sospetti vicini alla descrizione dell'aggressore che e' disponibile adesso.

 

Alla luce dei primi risultati investigativi in procura si spiega che ''si predilige la pista dello squilibrato''. A far supporre che l'autore dell'aggressione fosse un balordo lo lascerebbe pensare anche il
fatto che Betori avrebbe detto agli investigatori di non aver subito minacce nei ultimi tempi e che in ambienti della curia, negli ultimi giorni, a presidio della sede arcivescovile. L'ipotesi di reato è tentato omicidio. Le prime dichiarazioni del procuratore di Firenze Quattrocchi a proposito dell'attentato al vescovo Betori specificano che il quadro potrà essere più chiaro solo alla luce degli atti investigativi ancora in corso. ''Si puo' pensare a tutto ma valutando modalità e tempi al momento non ci sembra plausibile pensare a una cosa organizzata o strutturata''. Ha detto il procuratore parlando con i giornalisti dell'agguato.

 

Intanto, dopo l'identificazione e una serie di accertamenti, la polizia ha rilasciato i sei uomini bloccati ieri sera dopo l'agguato. Fra loro anche un clochard trovato in possesso di una scacciacani. Tutti sono stati sottoposti a stub da parte della polizia scientifica per verificare se qualcuno di loro avesse sparato.

 

La polizia amministrativa della questura di Firenze sta verificando, partendo dai suoi archivi, tutti i possessori di pistole calibro 7,65 residenti nella provincia. E' una delle attivita' di indagine in corso che potrebbero contribuire a fornire indirizzi utili per inquadrare l'aggressore del vescovo Betori e del suo segretario.

 

Parallelamente proseguono le attivita' della polizia scientifica, in particolare sotto il profilo balistico. Dopo i rilievi nel cortile della Curia, la scientifica sta esaminando il bossolo espulso dopo lo sparo dall'arma e trovato sul posto. Un contributo importante sotto questo aspetto potrebbe venire dall'ogiva del proiettile che ha colpito Don Paolo Brogi e che al momento non ha potuto essere estratta nel primo intervento chirurgico di stanotte.
 

 

La squadra mobile, in collaborazione con la Digos, sta visionando filmati di telecamere situate nelle vie adiacenti al palazzo dell'Arcidiocesi, in piazza del Duomo. Si tratta di sistemi di videosorveglianza di negozi e banche da
cui ipoteticamente l'aggressore in fuga, o anche in arrivo, potrebbe essere stato ripreso. Nessuna telecamera e' invece presente nell'androne della porta carraia da cui l'auto del vescovo accede al cortile.

 

In questura sono state ascoltate anche diverse persone che potrebbero aver fornito dettagli per ricostruire la dinamica e risalire all'aggressore.

 

LA RICOSTRUZIONE DEI FATTI

Ieri sera, intorno alle 19.30, l'attentatore ha sparato minacciando monsignor Giuseppe Betori. La vittima del gesto scellerato è stato però Don Paolo, che ha tentato di difendere il vescovo. L'uomo e' entrato nel palazzo dall'ingresso posteriore (in piazza dell'Olio), mentre anche l'auto di Betori, che aveva a fianco il segretario stava entrando dalla porta carraia.
 

Quando Don Paolo Brogi e' sceso dall'auto l'uomo ha chiesto di parlare con il vescovo, ma il segretario ha risposto che non era il momento. L'uomo ha sparato, un solo colpo, ferendo Don Paolo, mentre Betori si trovava ancora a bordo dell'auto.

Betori e' sceso dall'auto per soccorre Don Paolo, mentre altre persone stavano arrivando dall'interno del palazzo. Sul posto polizia scientifica, carabinieri e vigili urbani.

 

L'uomo ha farfugliato qualcosa. Poi la fuga. Durata qualche ora. Nella tarda serata sono stati fermati sei uomini tra cui un uomo anziano, sui 70 anni, italiano, forse anche ubriaco. Si tratta di un clochard, rintracciato dalla polizia in piazza Santo Spirito. L'uomo è stato trovato in possesso di una scacciacani.
 

Appena dopo l'accaduto il sindaco Matteo Renzi ha fatto visita a Monsignor Giuseppe Betori.

L'arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori ha detto di non aver mai ricevuto minacce prima di quanto avvenuto questa sera.

 

L'INTERVENTO DEL PREFETTO PADOIN

"Il vescovo, monsignor Giuseppe Betori, e' tranquillo, noi abbiamo accentuato la sua protezione". Cosi' il prefetto di Firenze, Paolo Padoin, ieri sera, lasciando la sede della Curia arcivescovile nella quale questa sera un uomo ha sparato al segretario dell'arcivescovo di Firenze e ha minacciato lo stesso Betori.

 

LE PAROLE DEL QUESTORE ZONNO

"E' stato recuperato un bossolo ed e' stato sparato un colpo solo, indagini sono in corso per stabilire anche il tipo di arma". Cosi', ieri sera, uscendo dalla sede arcivescovile di Firenze, il questore Francesco Zonno.

"Stiamo esaminando - aggiunge - quello che e' avvenuto per avere i dati utili ad individuare la persona. Dell'episodio e' stato informato il procuratore Quattrocchi".