Firenze, 24 ottobre 2011 - "Ritrovamento inatteso quanto eccezionale": Fillippo Spadi, segretario e ricercatore di Gotica Toscana commenta così la scoperta dei corpi di due militari tedeschi caduti nell’ultima guerra. E’ venerdì mattina. Siamo sul Passo della Raticosa, in un castagneto su una altura che domina la vallata di Firenzuola. Intorno, oltre al bosco bagnato e alle foglie cadute, moltissime “buche” — spiegano i ricercatori — in parte crateri di esplosioni di artiglieria ed altre, più allungate, ricoveri di fortuna dei soldati americani, le fox- holes. Pochi metri più avanti alcune postazioni tedesche, non molto grandi, ma ben visibili; il terreno è in forte pendenza. Assieme ai membri di Gotica Toscana ci sono gli uomini del Cimitero Militare germanico della Futa che, spiegano, quest’anno sono al primo recupero di resti sepolti in Toscana.


"Giunti a metà sentiero — racconta Filippo Spadi — ci fermiamo; quello che sembra una piccola ansa è in realtà il punto giusto. Cominciamo a vagliare il terreno con grande meticolosità coadiuvati dal personale del Cimitero militare. Sotto circa venti centimetri di terra iniziano ad apparire le prime ossa di un braccio, la colonna vertebrale e poi tutti i resti fino agli scarponi e gli effetti personali di questo sconosciuto soldato sicuramente tedesco». Il cranio fracassato dentro l’elmetto forato dalle schegge di granata: «Un brivido ci assale — ammette il segretario di Gotica — vedendo come l’elmo sia piegato dalle schegge roventi americane. Il piastrino di riconoscimento è spezzato, segno che è stato sepolto secondo i criteri militari. Ma la particolarità sta nel fatto che, accanto a questo soldato ce n’è un altro, anche lui sepolto pietosamente e composto accanto al primo in posizione opposta e con il piastrino al collo".


I numerosi effetti personali ritrovati iniziano a raccontare la storia dei due caduti. Un soldato apparteneva alla compagnia Comando del 6° Battaglione granatieri, unità di rincalzo; aveva una fede in acciaio ed una medaglia al collo del rifugio Pralongià situato in Alta Badia, sulle Dolomiti. Tutto fa pensare che sia un altoatesino arruolato nelle file dell’esercito tedesco, ma saranno solamente le ricerche effettuate dal Deutsche Dienstelle a svelare l’identità del soldato. «L’altro era un osservatore di artiglieria — continua Spadi — e questo spiega la sua vicinanza al crinale; non aveva elmetto, bensì un cappello con la tesa ma non si riesce a capire come sia stato ucciso, forse da piccole schegge penetrate nell’addome. Doveva essere un ragazzo molto alto, anche lui sposato con in tasca un cuoricino rosso, forse un pegno d’amore della moglie, una penna stilografica, un pettine ed altri oggetti personali. Probabilmente non sono morti in quella postazione; è verosimile che siano stati ricomposti assieme dai commilitoni, messi a fianco nella piccola buca e ricoperti con poca terra. Il punto dove ci troviamo è molto alto e sicuramente gli americani dell’88th divisione “Blue Devils” devono aver impiegato non poco tempo a raggiungere le posizioni tedesche dando il tempo ai sopravvissuti al cannoneggiamento di ripiegare lungo le strade che portano verso Piancaldoli e verso nord».

 

La squadra di quattro ricercatori di Gotica Toscana intervenuta per il recupero è esperta; tutto il materiale verrà ripulito ed esposto al Centro Documentazione e Ricerche Storiche che l’Associazione ha inaugurato a Scarperia aperto tutti i fine settimana; i resti mortali verranno sepolti al Cimitero della Futa. Il servizio tedesco informerà la famiglia dell’avvenuto ritrovamento e probabilmente i parenti troveranno il modo di fare visita alla tomba ammesso che non siano già venuti a deporre un fiore all’altare dei dispersi.