Firenze, 22 ottobre 2011 - "Nessun medico omeopata toscano avrebbe somministrato a una bambino una tisana al finocchio al posto di un antibiotico". Così Fabio Firenzuoli, direttore medicina integrata dell'ospedale Careggi di Firenze, dichiara all'Androkronos Salute, a proposito del bimbo morto a Lecce. "La medicina alternativa -continua Firenzuoli - deve fare un passo indietro quando si trova di fronte a un'infezione virale o batterica. In questi casi si deve optare per l'antivirale o l'antibiotico. Non ci si sono cure alternative naturali di efficacia
paragonabile" "Da parte dei medici omeopati - aggiunge - spesso c'e' un comportamento 'talebano' nei confronti degli antibiotici. E' vero che esiste un eccesso di utilizzo in Italia di queste terapie, ma quando sono necessarie vanno prescritte, anche ai bambini".

 

Figlio di un omeopata, il piccolo, sarebbe stato curato solo con medicina naturale e alternativa. Il bambino, di appena 4 anni, ci riporta all'analogo caso fiorentino di Clara, la ragazzina morta, dopo una lunga agonia, il 13 maggio 2008. Lei era diabetica e per curarla i genitori si erano affidati a una santona. 

 

Mentre per il piccolo Luca, affetto da una "fastidiosa influenza", la Procura di Lecce ha aperto un fascicolo per omicidio colposo e disposto l'autopsia che cerchera' di accertare le cause della morte e per stabilire se ha un nesso con le cure del papà, per la triste vicenda di Clara, qualche giorno fa, i giudici dell’appello hanno emesso la sentenza: per entrambi i genitori, difesi dagli avvocati Neri Pinucci e Sigfrido Fenyes, il reato è omicidio colposo. A differenza dei giudici di primo grado, per quelli d’Appello non c’è l’aggravante della previsione dell’evento. Per Dario Palomba la condanna è stata a 3 anni con uno ‘sconto’ di 6 mesi rispetto al primo grado, stessa diminuzione anche per la madre che ora dovrà scontare solo un anno e 4 mesi. Il pg Crini aveva ribadito la richiesta di omicidio volontario e pene di 22 anni per il padre e 14 per la madre. Per la difesa i Palomba furono ingannati dalla Randolph e non ebbero mai la percezione del rischio-morte. 

 

A Clara, per quanto emerso nelle indagini, il diabete non solo fu diagnosticato con colpevole ritardo per colpa di un medico omeopata di Modena che sbagliò la diagnosi, ma, una volta iniziata a stare meglio, i genitori, tramite un altro medico alternativo, finirono nelle mani della santona. Una situazione definita da Crini "devastante sui contenuti e che contraddiceva un’esperienza plurisecolare".