Firenze, 13 settembre 2011- La famiglia di Moustapha El Mohair, 44 anni, da 20 in Italia, avrà due mesi di tempo  per trovare un alloggio. L'uomo aveva quasi ottenuto un alloggio popolare ma ha perso il posto di lavoro e da precario non ha piu' diritto alla casa.
La deroga allo sfratto esecutivo dalla loro abitazione in via dei Leoni  gli e' stata concessa grazie all'intervento del Sunia.

Il Sunia gia' nel luglio scorso aveva inviato un appello-denuncia al prefetto, al tribunale, alla Corte d'Appello, al Comune di Firenze e alla Regione Toscana, rendendo noto il caso dell'uomo che da tempo ha presentato domanda per la cittadinanza italiana. La storia di Moustapha, di sua moglie Milonda e dei loro 4 figli, tre dei quali minorenni, secondo quanto spiega Simone Porzio segretario generale del Sunia, e' collegata alla legge Bossi-Fini sull'immigrazione.

La famiglia lo scorso anno aveva presentato domanda per l'assegnazione di una casa popolare: l'uomo dopo aver perso il lavoro, che gli consentiva di portare a casa circa 1.200 euro al mese, non era piu' riuscito a pagare l'affitto di 673 euro al mese. Ora e' costretto ad arrangiarsi con lavori precari. Nel luglio scorso l'Ufficio casa del Comune chiama la famiglia per perfezionare gli atti per l'assegnazione della casa ed e' in quell'occasione che emerge la novita': essendo un precario l'uomo ha diritto a un permesso di soggiorno annuale e non piu' biennale, condizione necessaria per l'assegnazione della casa, come aveva in precedenza.


Il Sunia, che in una nota sottolinea come nel 2010 gli sfratti a Firenze sono cresciuti del 110% rispetto al 2009, chiede al Comune, ''per l'ennesima volta'', una commissione per l'analisi dei casi di emergenza abitativa. E intanto, dopo aver fatto presentare una nuova domanda di soggiorno all'uomo, chiede alla Regione Toscana di intervenire per ''mitigare e depotenziare la Bossi-Fini''.