Firenze, 5 agosto 2011 -  «E’ ridicolo entrare in autostrada col semaforo», si lascia scappare Matteo Renzi mentre firma il secondo grande accordo in due giorni. Prima quello per la Tav, a Roma, poi quello per le terze corsie necessarie per «stappare» Firenze, cioè metterla al riparo dagli ingorghi del grande traffico nord sud. Certo, il «via libera» di mercoledì al ministero delle infrastrutture è di quelli che preoccupano più, ma lui tranquillizza: «Non ci sarà nessun disastro annunciato: i lavori per la stazione Foster saranno impattanti più o meno come quelli del nuovo Teatro del Maggio».


E probabilmente, dopo aver citato Paolo VI a Roma («Fare bene, fare presto, fare lietamente»), vorrebbe citare Giovanni Paolo II. Per dire: «Fiorentini, non abbiate paura...».
Ma che cosa c’entra il semaforo? Sì, torniamo in dietro un attimo: è quello di Peretola, che regola l’ingresso alla Firenze-Mare e all’aeroporto. Renzi assicura: «Lo leveremo entro un anno perché è una follia, non ho visto nessuna città al mondo che fa aprire l’autostrada da un semaforo. Ma è solo il primo passo, il simbolo di un cambiamento epocale. Per molti anni abbiamo avuto una situazione per cui era più comodo fare i viali per attraversare la città da nord a sud. Non sarà più così. Anche l’accordo con Autostrade migliorerà la nostra vita». Poi si ferma un attimo. Straordinario: ammette di fare il calcolo di quanti nastri potrà tagliare da qui alla fine del mandato. E continua il ragionamento ad alta voce: «Ci sono i lavori che vogliamo chiudere per il bypass delle Cascine del Riccio, atteso da 40 anni e che termineremo entro la legislatura; il bypass del Galluzzo, un ostacolo diventato mito; il bypass di Mantignano e Ugnano, dove stanno partendo gli esprori».
 

Però manca il meglio. Nel quadro degli accordi della terza corsia sulla Mare ci sarà la possibilità di rimettere a posto l’uscita del viadotto dell’Indiano. Renzi precisa: «Entro il giugno del 2014 lo faremo diventare in viadotto normale, non più mozzo come ora. E sicuramente cambierà in meglio il viadotto di Varlungo, ma lì ci vorrà più tempo: penso al ‘tubino’ Rovezzano-Castello. Però mi fermo qui, non voglio andare troppo lontano... Non, il nastro del ‘tubino’ non credo proprio di riuscire a tagliarlo».


E mentre il presidente Rossi si dichiara a sua volta «molto soddisfatto» per le due firme in due giorni
, ferrovie più autostrada, e fa capire che «non è lontano nemmeno il via libera per la nuova pista di Peretola», Renzi torna sulla Tav. «Perché ho citato il Teatro del Maggio? Semplice: i fiorentini se ne sono accorti quando è stato fatto il tetto e lo hanno visto. Io credo che sarà così anche per la nuova stazione e il sottoattraversamento. Non mi piace l’allarmismo che c’è in giro, non è giustificato. Da Roma abbiamo portato a casa novanta milioni, un ‘tesoretto’ che spenderemo bene nell’interesse di Firenze».


I lavori quando entreranno nel vivo? A Roma, Mauro Moretti, ad delle Ferrovie, e i suoi ingegneri sono stati chiari: «La grande talpa sarà montata nelle prossime settimane. Lo scavo vero e proprio dovrebbe cominciare non a settembre, ma a fine ottobre».


Perché dovrebbe? C’è un nodo da sciogliere, legato alla Via, la valutazione d’impatto ambientale. Bisognerà valutare la natura della terra da scavare, quella che dovrà essere portata a Cavriglia. E’ terra e basta o ci sono «rifiuti speciali?». Questo, molto probabilmente, sarà il grande dilemma, il nodo da sciogliere nelle prossime settimane.


Ma le Ferrovie dichiarano ottimismo. Nonostante le riserve dei fiorentini, che arrivano a vera e propria ostilità per via di preoccupazioni forti, i problemi sarebbero «in via di superamento». Moretti si è addirittura arrabbiato, durante la conferenza stampa di mercoledì, dicendo che avrebbe preferito domande «da giornalisti svizzeri o austriaci»... Un assist. Era inelegante rispondere che forse anche noi avremmo preferito manager elvetici? Scusateci, è una battute da conferenza stampa. Così come resta un dubbio: le Ferrovie hanno insistito nel dire che la loro «talpa», la fresa OBTM che comincerà a scavare da Campo di Marte, è la più grande del mondo. Ma l’ingegner Giovanni Castellucci ha rivendicato il «primato mondiale» alla talpa autostradale (la fresa EPB) che scaverà la galleria di quasi otto chilometri fra Barberino e Firenze nord. E allora? Vai, siamo preoccupati per il grande tunnel e ora bisogna sciogliere il dubbio: chi ha la «talpa» più grossa?