Firenze, 29 luglio 2011 - “NON SONO uno storico dell’arte, sono un semplice parroco e non so davvero dire se l’idea di rifare la facciata di San Lorenzo seguendo il progetto originale di Michelangelo sia giusta o sbagliata. Di certo però fare un sondaggio fra i fiorentini mi sembra assurdo: il voto di un esperto in materia non può contare quanto quello del trippaio....”. Monsignor Angiolo Livi non è, come dice lui, un parroco. O perlomeno non solo. E’ un’ istituzione a Firenze, un faro per San Lorenzo. Novantasette primavere sulle spalle, una mente lucida e attenta, uno spirito aperto e vicino all’umanità di un quartiere complesso e controverso.

 

E’ priore della basilica dal 1980. “Sono scoccati i 31 anni appena pochi giorni fa” dice con un sorriso. Ergo, monsignor Livi ha una bella voce in capitolo sul nuovo dibattito spuntato in città in questo luglio che pare ottobre dopo l’ultima trovata del sindaco-rottamatore Matteo Renzi: è un’idea grandiosa o una follia pensare di ricostruire la facciata di San Lorenzo ispirandosi al vecchio progetto di Michelangelo rimasto per secoli in un cassetto? Il priore non si sbilancia ma mette alcuni puntini sulle i. “Mi chiedo: ‘Ci sono davvero questi soldi a disposizione? Non è che il lavoro inizia e poi resta a metà? In tal caso sarebbe davvero una cosa molto brutta..’”. E poi, dice Monsignor Livi, forse ci sono problemi più grandi a cui pensare prima di rifare la facciata. “Qui ci sono crepe nella Cupola e dal campanile cadono le pietre” dice serio prima di palesare qualche perplessità perfino sul modellino della basilica presentato in questi giorni: “Non mi sembra proprio la vera facciata che aveva in mente Michelangelo.

Ci dovrebbero essere anche delle sculture particolari che io nei disegni pubblicati in questi giorni non vedo”. Ma, nonostante i dubbi, quello di Monsignor Livi non è un no secco all’idea di Renzi. Con il Comune i rapporti sono buoni, con il sindaco anche. “Dopo i lavori di restauro l’interno di San Lorenzo è tornato ad essere un paradiso” dice infatti il priore soddisfatto - ora magari si dovrebbe pensare al fuori”. Per esempio? “La scalinata davanti alla chiesa è pulita e ordinata, il lato che guarda il mercato, invece, avrebbve bisogno di una bella sistemata: tutta la zona ne guadagnerebbe”. Ma, insomma, alla fine l’idea di una facciata rifatta in stile Michelangelo piacerebbe o no a Monsignor Livi: “Non lo so, ripeto: non sono uno storico, nè un esperto di arte” risponde quasi con timidezza. Il sindaco, da parte sua, ribadisce il referendum e non disdegna un’altra stoccata: «Decideranno i cittadini, perché la città è dei fiorentini, non è delle soprintendenze e basta».

 

«La proposta di discutere della facciata di San Lorenzo e arrivare ad un referendum, non significa che il sindaco si è messo in testa di fare una facciata piuttosto che un’altra: significa invece che, secondo me, è importante che i fiorentini tornino ad apprezzare San Lorenzo, a discuterne e a decidere loro. Siccome mi accusano sempre di decidere tutto io, stavolta decidono i fiorentini. A tutti i professionisti del no dico che questa citta’ è piena culturalmente di facciate rifatte dopo, o di ponti rifatti dopo. E poi penso che non ci sia nessuno che possa discutere dell’enorme valore di comunicazione e di marketing che questa operazione porterebbe a Firenze, che riceverebbe tante attenzioni da tutto il mondo».