Firenze, 20 luglio 2011 - UN PUTIFERIO. E’ quello che il sindaco rottamatore, appena rientrato dalla sua settimana di ferie in Sicilia, ha scatenato paragonando a Fantozzi i dipendenti comunali. Da 48 ore in Comune si respira una brutta aria. I 5128 impiegati di ogni ordine e grado sono indignati. E i sindacati aspettano al varco Renzi il 28 luglio, all’incontro già fissato per parlare dell’organizzazione dei servizi, delle sostituzioni impossibili, degli stipendi bloccati. Ieri il sindaco ha deciso di inviare una lettera a tutti i dipendenti: non per chiedere scusa o attenuare le sue dichiarazioni. No. Solo per chiedere aiuto contro «chi si mette in coda un quarto d’ora prima per scappare e getta un’ombra su tutti i dipendenti pubblici».

 

DEL RESTO tutte le tesi esposte nelle ultime ore — a parte il paragone a Fantozzi che è frutto dell’inventiva del giornalista di Sport week che lo ha intervistato — Renzi le ha chiaramente esposte nel suo libro «Fuori», quello che, da febbraio scorso, sta presentando a tappeto in tutta Italia.
«Anziché reagire alle mie frasi — ha scritto Renzi nella lunga lettera indirizzata ai ‘cari colleghi’ — i dipendenti pubblici onesti, capaci e meritevoli dovrebbero indignarsi per chi, non comportandosi bene, fa passar male tutti gli altri. A mio giudizio è fondamentale difendere chi si comporta bene, non difendere tutti i dipendenti solo perché sono dipendenti pubblici. Tra di voi, come tra i politici, gli imprenditori, i lavoratori nel privato, c’è anche chi fa il furbo e difendere le piccole furbizie non aiuta nessuno». Poi un invito che suona come una specie di sfida: «Alla fine di settembre scadranno gli incarichi dirigenziali e le posizioni organizzative. Non abbiate timori reverenziali. Chi ha suggestioni, contestazioni o nuove proposte da valutare si faccia avanti». Risposta diretta a chi lo ha accusato di aver dato il via, dopo la sua elezione, a un ardito spoil system a chiamata diretta che ha ignorato le professionalità già esistenti in Comune.

 

Ma se gli impiegati comunali piangono, il ministro Renato Brunetta ride. «Bravo Renzi! — ha esultato — Non gliene voglio se vuole fare il Brunetta fiorentino senza però ammetterlo... Usa le mie leggi e adopera i miei stessi argomenti, venendo così insultato nella stessa identica maniera». E vista l’occasione Il ministro anti-fannulloni ne approfitta per ricordare a Renzi una scommessa: «Mi deve ancora una penna Montblanc per aver perso a suo tempo, da presidente della Provincia, una scommessa sul tasso di assenteismo dei suoi dipendenti».

 

DALLA CISL nazionale di Raffaele Bonanni arriva il primo schiaffo sindacale: «Non si metta a fare il populista, visto che è lui che dirige i dipendenti pubblici di Firenze e non il contrario, farebbe bene a rispondere di questo». Persino Eros Cruccolini, capogruppo di Sinistra e libertà, ma fedelissimo alleato e strenuo difensore di renzi, si è visto costretto a scendere in campo: «Incredulo per le dichiarazioni del sindaco». Con la Spi-Cgil di Daniele Giordano e Antonio Lazzaro che, dal fronte nazionale e regionale. lo ‘avvertono’: «Siamo disponibili a un confronto sulla modernizzazione della pubblica amministrazione, ma anche sui costi dello staff di Renzi».

 

IRONIA amara quella dell’onorevole Gabriele Toccafondi coordinatore cittadino del Pdl che su Facebook ha commentato: «Se i dipendenti del Comune sono come Fantozzi, allora Renzi è come il mega Direttore Galattico Guidobaldo Maria Vittorio Barambani o il Mega Direttore Clamoroso Duca Conte Pier Carlo Ingegner Semenzara». Ora — ha aggiunto «bisogna sapere quale assessore fa Filini e chi Carboni». «L’autorevolezza — ci va giù duro il giovanissimo consigliere di Sinistra e cittadinanza, Tommaso Grassi — Non si conquista offendendo, ma dando l’esempio, tanto per dirne una smettendola con queste continue assenze dalle sedute del Consiglio Comunale: il primo assenteista, il primo Fantozzi, mi sembra sia proprio lui!».