FIrenze, 17 giugno 2011 - AGGUERRITI e sempre più arrabbiati. Nonostante siano passati più di tre mesi dalla cancellazione della linea 18 che, nel suo percorso da Calenzano alle Cascine, offriva l’unica possibilità di trasporto pubblico per l’area Nord di Sesto, i residenti dei quartieri di Colonnata e Querceto non si arrendono e continuano a ribadire la loro richiesta di avere a disposizione una linea di autobus funzionale e efficiente, non il tanto bistrattato ‘pulmino’ 64.
 

 

Lo hanno fatto in tanti anche mercoledì sera all’Unione operaia di Colonnata durante la ‘campagna d’ascolto’ promossa da “La Nazione” cui hanno partecipato, con il non facile compito di rispondere a critiche e a domande, l’assessore provinciale a mobilità e trasporti Stefano Giorgetti e il collega sestese alla mobilità Ernesto Appella. Interlocutori disponibili, ma che purtroppo non hanno dato buone notizie: la possibile diramazione di alcune corse della linea 2 e 28 nell’area Nord ventilata in consiglio provinciale a maggio da Giorgetti non è al momento fattibile per un problema economico e tecnico e l’unica possibilità, almeno per il 2011, è di lavorare sul 64 cercando di aumentare la frequenza delle corse a 15 minuti.
 

 

«Siamo un po’ delusi - ha spiegato Beatrice Testa perché era emersa la possibilità di una ipotesi di sdoppiamento del 2 o del 28. Siamo coscienti che ci sono stati dei forti tagli, se l’unica soluzione è il 64 lavoriamo però per renderla più funzionale». Delusa dalle mancate soluzioni attese anche Morena Giovannini: «La situazione ci sembra quella di tre mesi fa - ha detto - nonostante le nostre proteste e le promesse che ci erano state fatte di cercare altre soluzioni. Invece così solo la nostra area è penalizzata».
Il problema per molti degli intervenuti alla vivace serata alla Casa del popolo di piazza Rapisardi riguarda soprattutto gli anziani che, dopo il taglio del 18, non hanno più la possibilità di raggiungere il polo ospedaliero di Careggi come ha rilevato Leonardo Ciullini: «Mi sembra che anche nella programmazione del trasporto pubblico - ha sottolineato - si debbano tenere conto delle priorità: il 18 era un servizio essenziale per molti che lo prendevano per recarsi a fare visite o esami a Careggi: ora per arrivare in ospedale si devono prendere tre autobus e per un anziano la cosa non è certamente agevole». Sull’isolamento degli anziani, che dopo il taglio del 18 non hanno possibilità non solo di recarsi in ospedale, ma anche, semplicemente di andare a trovare amici o a prendere un gelato in centro, ha fatto leva anche Manuela Tempesti. Il 18 però - ha sottolineato Monica Biondi - non era solo utilizzato dagli anziani, ma anche da moltissimi studenti: «Non parliamo solo di quelli che frequentano Agraria alle Cascine ma anche di quelli che prendevano l’autobus per raggiungere altre scuole superiori di Sesto e Firenze». Le polemiche si sono sprecate anche sul mantenimento con le stesse modalità, anzi in qualche caso, il rafforzamento, delle cosiddette linee forti, il 2 e il 28: «Perché - ha chiesto per esempio Giovanni Casini - si è cancellato il 18 e per il 2 c’è stato un aumento di 12 corse?». Perplessità cui ha risposto l’assessore Appella che ha chiarito come le corse supplementari del 2 siano state, in realtà, tolte dal 28. In ogni caso la logica del buon padre di famiglia cassintegrato e costretto a far quadrare i conti con uno stipendio dimezzato come metafora della necessità di riorganizzare il trasporto pubblico locale con risorse diminuite del 15% non ha convinto molto: «In questo caso - ha sottolineato ad esempio Carlo Gensini - invece di limitare le risorse per tutti i figli come farebbe un buon padre di famiglia si è tagliato solo il cibo a un figlio, il 18 appunto, mentre gli altri sono rimasti nelle stesse condizioni».
 

 

Delusi e arrabbiati anche Mario Perini, Mario Gensini e Vasco Bonciani mentre gli autisti Ataf Massimiliano Burchini e Fabio Pettinari hanno parlato anche di una possibile deviazione del 96 per cercare di limitare i disagi di chi abita a Querceto e Colonnata. Presenti alla serata anche alcuni esponenti politici: il capogruppo della lista civica Democratici per Sesto Massimo Ferrucci, Manola Aiazzi consigliere provinciale comunale Pdl, protagonista di un durissimo faccia a faccia con l’assessore Appella e la capogruppo consiliare Udc Silvana Giovannini. Alla fine c’è pure chi - come Ivetta Basettoni - se l’è presa con «i troppi giardini presenti a Sesto»: «Non sarebbe stato meglio mantenere il 18 - ha detto - e fare qualche area verde in meno?».