Toscana, 1 giugno 2011 - LE PROVINCE della Toscana battono i pugni sul tavolo. «La Regione ci ascolti», è la richiesta che sa di ultimatum che si leva dai presidenti provinciali, che ieri durante l’assemblea regionale dell’Upi hanno stilato un documento («Sette punti per il nostro futuro») nel quale mettono un sacco di puntini sulle ‘i’. Tra i principali, il bisogno di incentivare le associazioni volontarie di Area vasta e di sciogliere tutti gli enti e le agenzie regionali a cui sono attribuite funzioni e competenze gestibili dalle Province.


«Dobbiamo superare le Comunità montane, le cui deleghe devono tornare a noi. Pure i Consorzi di bonifica hanno fatto il loro tempo. Oramai hanno del tutto perso la loro funzione», dice il presidente dell’Unione delle Province toscane Andrea Pieroni. In ballo c’è il processo di riordino istituzionale.
Ovvero il rinnovamento della governance della Regione reso necessario dal processo di federalismo.

MA LE PROVINCE non ci stanno ad essere messe in un angolo. «Vogliamo fare la nostra parte. Siamo convinti che il nostro ruolo vada valorizzato», aggiunge Pieroni. Riordino, semplificazione, e quindi risparmio. Ecco le parole d’ordine dei presidenti, che dopo essersi «autosospesi» dal tavolo tecnico regionale «perché molti aspetti non ci piacevano», il 6 giugno saranno insieme ad Anci, Uncem e Regione Toscana al tavolo istituzionale. «Ripartiremo da lì, sulla base dei sette punti messi nero su bianco», ribadiscono. Tra i motivi d’attrito con la Regione, «accusata» di non voler attuare una vera semplificazione, c’è l’idea di costituire le «Unioni di Province». Secondo i presidenti si tratterebbe però dell’ennesimo inutile carrozzone.

«Dobbiamo piuttosto favorire l’associazionismo volontario di Aree vaste provinciali», la proposta. «Non vogliamo correre il rischio di passare dal centralismo statale a uno di tipo regionale», le parole del presidente della Provincia di Firenze Andrea Barducci, convinto del bisogno di «rilanciare le Province in una dimensione diversa». «Ad esempio la questione legata ai trasporti può essere affrontata da tutti noi su scala regionale», evidenzia Leonardo Marras, presidente della Provincia di Grosseto. Al grido di «vogliamo essere soggetti attivi del confronto», gli agguerriti presidenti sostengono pure la necessità di «istituire una conferenza provinciale dei sindaci per coordinare e supportare i piccoli Comuni». La buona volontà insomma c’è. Adesso tutto sta nel vedere cosa dirà la Regione.

IN CASO DI RISPOSTA negativa, i presidenti provinciali sono addirittura «pronti a restituire tutte le competenze in nostro possesso». «Alle associazioni volontarie di Area vasta vanno assegnate poche ma definite competenze. Qualche ipotesi? Promozione del territorio, ma anche elaborazione di piani strutturali», rimarca Barducci.