Firenze, 6 maggio 2011 - SE NELLA sua lettera pastorale monsignor Betori invita a riscoprire la ricchezza del silenzio e della riflessione, la chiusura da parte della magistratura ordinaria del caso Cantini continua a fare molto rumore. Il conflitto tra Procura e Curia sulle motivazioni dell’archiviazione, che estingue, grazie alla prescrizione, i reati di abusi sessuali plurimi commessi dal sacerdote infedele, senza dissipare le nebbie che hanno avvolto la vicenda nel corso degli anni a proposito di comportamenti omissivi da parte della chiesa fiorentina e del vescovo ausiliare Maniago, è stato un momento di tensione senza precedenti, che ha spinto i magistrati fiorentini a confermare l’esistenza di una rogatoria chiesta dalla Congregazione della dottrina della fede per approfondire eventuali responsabilità dal punto di vista canonico delle persone coinvolte nella vicenda. Tutto ciò potrebbe portare all’accellerazione per un’eventuale trasferimento da Firenze del vescovo ausiliare.

 

In assenza del caso Cantini, i tempi sarebbero stati maturi per una promozione di monsignor Maniago a vescovo titolare in un’altra diocesi, ma adesso una nomina del genere sarebbe letta in modo molto critico soprattutto da chi accusa il prelato, aspetto ribadito anche ieri sera nella trasmissione di Rete 37 “Telekomando” dalle vittime di don Cantini che hanno invece apprezzato le aperture e le scuse di monsignor Betori. D’altra parte è percorribile l’ipotesi di un trasferimento, almeno temporaneo, di Maniago in un dicastero vaticano, per un momento di riflessione, preghiera e soprattutto di chiarimento con le gerarchie pontificie.