Firenze, 22 aprile 2011 - "Matteo Renzi 'sbaglia' sul Primo maggio, questione su cui provoca e cerca visibilità." E' questa l'opinione del segretario generale della Cgil Susanna Camusso sui negozi aperti nel centro storico di Firenze per il Primo maggio.

 

''Nell'idea di Renzi di aprire i negozi del centro storico il Primo maggio - ha spiegato Camusso, conversando con l'ANSA a Trieste, a margine di un attivo sindacale - ci sono degli elementi di provocazione e ricerca della visibilità, ma al fondo - ha aggiunto - c'è davvero un'idea sbagliata che continua a evidenziarsi spesso nelle politiche delle amministrazioni''. ''Si pensa che siccome c'è la caduta dei consumi allora si aprono di più i negozi e i consumi risalgono, ma non è vero.

 


"La ragione della caduta dei consumi - ha continuato Camusso - è che sono diminuiti i redditi e c'è la crisi''. Camusso ha evidenziato che ''in qualche occasione nei toni del sindaco di Firenze abbiamo notato una volontà dissacratoria che devo dire sarebbe bene che usasse per altro, perché di dissacratori del lavoro - ha concluso - ne abbiamo fin troppi''.
 

LA REPLICA DI RENZI

"Prendo atto, onoratissimo, che per la seconda volta nel giro di qualche settimana la segretaria generale della Cgil Camusso interviene attaccando la mia amministrazione". Su Facebook, Matteo Renzi
replica al segretario generale della Cgil sulla questione dei negozi aperti il primo maggio.


"Stupisce che in questo momento della vita del Paese il problema principale della Cgil possa essere il Comune di Firenze, ma il mondo e' bello perche' vario - scrive il sindaco - . Del resto, era gia' accaduto per il Maggio Fiorentino e la tourne'e in Giappone; oggi invece siamo nel mirino delle esternazioni della dottoressa Camusso per le festivita' del primo maggio -prosegue Renzi-. Nel primo caso la strada che la CGIL ha scelto e' quella della procura della Repubblica e noi attendiamo con pazienza il lavoro dei magistrati. Nel secondo caso la polemica e' tutta politica e si contestano quei sindaci delle citta' turistiche che decidono di
lasciare la facolta' ai commercianti di aprire i negozi in determinate date".

"Molto sinteticamente: - esiste una legge nazionale, Legge Bersani, che lascia ai comuni turistici la facolta' di decidere l'apertura o meno dei negozi. Se la Regione vorra' cambiare la Legge Bersani noi prenderemo atto. Per il
momento ci atteniamo alla normativa in vigore
. - Firenze e' da qualche secolo una citta' turistica che ha nel periodo tra aprile e maggio il boom di presenze.
Non e' un caso se per il weekend del primo maggio registriamo il tutto esaurito negli alberghi".

E aggiunge:  "Per questi motivi l'Amministrazione lascia la liberta' di aprire a quei commercianti che lo desiderano, convinta di offrire un servizio ai turisti che vengono da tutto il mondo per ammirare la citta' del Fiore. La facolta' vale solo per il centro storico e non riguarda i supermercati (per
intenderci Coop o Esselunga non possono aprire neanche se lo vogliono) o i centri commerciali. Il museo di Palazzo Vecchio, comunale, sara' aperto. Quelli statali non dipendono da noi. Apertura facoltativa e solo nel centro storico.
Fatico a trovare lo scandalo in queste posizioni, che mi sembrano dettate dal buon senso".

"La dottoressa Camusso si avventura poi in una lettura delle nostre scelte che suona semplicistica e banale. Nessuno di noi ha mai pensato di mettere in relazione la crisi dei consumi con le aperture dei festivi - dice sempre il sindaco
di Firenze -. La crisi non c'entra nulla. La qualita' dell'accoglienza di una destinazione turistica invece si'. Una citta' che accoglie migliaia di turisti non puo' permettersi di chiudere il bandone all'improvviso
. Ne va della credibilita'
dell'offerta di Firenze che oggi vive la competizione turistica mondiale con le citta' di tutto il mondo".

"Firenze - continua - si confronta con le grandi destinazioni di tutto il mondo e sinceramente dispiace che si continui a non capire come l'industria culturale e turistica costituisca una grande opportunita' per il nostro Paese. A
condizione, ovvio, di migliorare la qualita' dell'offerta".