Firenze, 15 aprile 2011 - Concedevano prestiti a usura con il denaro ricavato degli appartamenti affittati a una decina di prostitute. E' l'accusa per la quale la polizia ha denunciato padre, figlio e cugino, tra i 34 e i 62 anni, fiorentini e incensurati, soci di una finanziaria con sede a Firenze.


I reati ipotizzati sono sfruttamento della prostituzione, usura ed esercizio abusivo di attività bancarie. Al vaglio degli inquirenti la posizione della titolare della finanziaria. In base a quanto emerso, tra le vittime dell'usura figuravano commercianti in difficoltà, che si rivolgevano in buona fede alla finanziaria, chiedendo finanziamenti e fornendo come garanzia le cambiali firmate dai loro clienti. Il finanziamento veniva concesso a un tasso d'interesse del 40%.

 


Il conteggio veniva fatto in base a una tabella trovata dagli agenti nelle perquisizioni domiciliari: per esempio, se il cliente presentava a garanzia cambiali per 5 mila euro, ne riceveva 3.533, da cui venivano decurtati altri otto euro per ogni singola cambiale presentata, oltre al costo dell'imposta statale di bollo. Sempre in base a quanto riferito, i tre usurai ricavano il denaro necessario per i presiti dallo sfruttamento di alcune prostitute, che esercitavano in appartamenti a Pistoia e a Firenze. Un'attività che rendeva ogni giorno circa 5mila.