Firenze, 10 aprile 2011 -  NELLA GUERRA tra poteri universitari, ospedalieri e politico-amministrativi è stata innescata una bomba a orologeria che finirà per danneggiare unicamente i cittadini, i pazienti che hanno bisogno di cure e non di veleni, litigi, invidie, dispetti e denunce per qualche gallone in più. I primi disastrosi effetti sono già dimostrabili con i numeri, con le attese: un malato, ricoverato a Careggi da due settimane, è ancora in attesa di una consulenza del chirurgo toracico.

 

Forse perché i due reparti di chiurgia toracica, uno gestito dall’Università e guidato da Clemente Crisci (che ha ottenuto dal Tar la possibilità di continuare a lavorare anche a età pensionabile raggiunta), l’altro organizzato dall’ospedale (con un posto di primario vacante dal pensionamento di Alberto Janni, sostituito da un ‘aiuto’ facente funzioni, Paolo Santini, dimissionario da novembre), sono coinvolti direttamente nella guerra pro e contro Paolo Macchiarini, il mago del trapianto di trachea, cervello in fuga rientrato nel dicembre 2008, richiamato dall’estero dall’allora assessore regionale alla sanità Enrico Rossi.
 

DA QUEL GIORNO a Careggi non c’è più stata pace. Contro Macchiarini si sono scatenate battaglie di ogni tipo. Giustificate o non amminissibili, saranno gli organi competenti a giudicare. Sta di fatto che, tra lettere anonime, mail scritte da «corvi» sotto falso nome, corporazioni coalizzate per rigettare l’elemento avulso e per qualche motivo scomodo, Macchiarini è stato accusato in rapida successione di aver presentato un curriculum falso, di aver abusato del titolo di professore, di avere inventato una sua collaborazione con l’istituzione medica europea più prestigiosa, il Karolinska Insitutet di Stoccolma, di avere intascato soldi senza denunciarli al fisco (motivo per cui la Guardia di Finanza ha prelevato le documentazioni degli interventi da lui effettuati dagli uffici amministrativi di Careggi).

 

Ma non finisce qui, dopo non aver ottenuto l’attribuzione della cattedra universitaria da professore ordinario, con chiamata diretta, per la ribellione del consiglio di facoltà di Medicina nell’ottobre 2009, a Macchiarini sono state attribuite colpe mediche per non avere ben trattato decine di casi di pazienti poi deceduti, è stato incolpato per traffico internazionale di organi (invece autorizzato dal centro nazionale trapianti guidato da Alessandro Nanni Costa), e ora la procura sta raccogliendo informazioni su un eventuale reato di concussione.

 

La notizia di prosecuzione delle indagini è stata recapitata a Careggi (e qui protocollata) una manciata di giorni fa, alla vigilia della discussione in Regione della delibera che avrebbe dovuto dare il via alla creazione a Careggi dell’Istituto toracico europeo, un’eccellenza assoluta, fortemente voluta dal governatore Rossi, e portata avanti proprio da Macchiarini, delibera che ora è ferma al palo. Mente guerre e veleni vanno avanti, i pazienti ringraziano Macchiarini per la risoluzione di casi disperati.
 

 

«La situazione è davvero preoccupante, fa emergere un desolante quadro di degrado morale — dice il direttore sanitario di Careggi Valter Giovannini —, sono state perpetrate vergognose illazioni e delazioni, una guerra pericolosissima, triste epilogo di una situazione insostenibile che va ormai avanti da anni. L’inserimento di Macchiarini in una struttura preesistente ha creato invidie e gelosie, una cosa naturale che sarebbe avvenuta ovunque, ma qui siamo andati oltre. Mi indigna che uno strumento di guerra politica possa rischiare di dannegiare i pazienti, cosa che noi non permetteremo». Guerra politica, lotta tra poteri forti. Niente di nuovo. Questa è l’Italia di oggi. E la Toscana e Firenze non fanno, purtroppo, eccezione. Preoccupato degli accadimenti anche il presidente della Regione.
 

 

«CONTRO Macchiarini si è scatenato un inferno di meschinità, di invidie e di gelosie — dice Enrico Rossi —. Una vergogna vera e propria che la dice lunga sull’arretratezza del nostro mondo, sulle chiusure della nostra classe medica al mondo globalizzato e sul destino in cui putroppo rischiamo di restare coinvolti, di un lento e inesorabile declino». Parole forti per scuotere le coscienze. Invitare a un sano discernimento. Anche il preside di Medicina, Gian Franco Gensini, invita al cessate il fuoco. Alla collaborazione per la creazione dell’Istituto europeo di chirurgia toracica. Poi Gensini fa il punto sull’assistenza nel settore. «E’ necessario avere un’eccellenza come quella dell’Istituto europeo — spiega il preside — ma anche garantire quotidianamente un’adeguata assistenza di alto livello, soprattutto per la sempre più diffusa patologia polmonare».

 

Per questo Gensini auspica l’arrivo di un primario di chirurgia toracica all’altezza dell’eccellenza di Careggi, un primario, dunque, che non sia Macchiarini. «Era già accaduto a Careggi nei primi anni Duemila: eravamo deboli nella Cardiochirurgia — dice ancora Gensini —, poi abbiamo chiamato un chirurgo d’altissimo profilo e ora siamo a lottare per un eccesso di di richieste da ogni parte del Paese».