Firenze, 7 aprile 2011 -  IL PUZZLE dell’accoglienza è completo e, forse, momentaneo. Dopo i 60 profughi di martedì notte, altri 31 tunisini sono arrivati ieri in territorio fiorentino. Complessivamente la città, insieme a Sesto Fiorentino e Scandicci, ha offerto ospitalità a 89 immigrati. Cinque l’hanno però «rifiutata», preferendo la via della fuga, e hanno lasciato i loro posti a Villa Pieragnoli ad altrettanti connazionali.


La giornata di ieri è stata, se possibile, logisticamente più complessa rispetto alla precedente. Gli arrivi sono stati scaglionati nel primo pomeriggio e in tarda mattinata non erano ancora chiare le destinazioni. Anche il valzer del numero dei nordafricani in arrivo — e della loro relativa dislocazione — si è fermato solo a pomeriggio inoltrato. Alla fine, il sito di accoglienza individuato a Barberino del Mugello è stato scartato (vedi altro articolo in pagina, ndr) e i migranti sono stati dirottati a Capannori.

Gli altri rifugiati sono stati distribuiti fra i centri di accoglienza già coinvolti martedì: altri sette si sono quindi sistemati all’Albergo Popolare in San Frediano (dove all’alba di ieri militanti di Forza Nuova hanno appeso tre striscioni di protesta); cinque sono stati assegnati all’Opera Madonnina del Grappa che li ha aggregati ai dieci già presenti nella dependance della villa di via di Caciolle; tre sono stati destinati all’Oasi Padri Mercedari al Galluzzo e sei alla Casa Mamma Margherita di Scandicci.

Diverso il caso della canonica di Santa Maria a Morello, nel comune di Sesto Fiorentino: tre dei trenta profughi arrivati martedì notte sono risultati minorenni e quindi sono stati trasferiti in un centro gestito dal consorzio Zenit di Peretola, ma sono stati reintregati da altrettanti adulti. «La situazione è tranquilla — sottolinea l’assessore ai servizi sociali del Comune di Firenze Stefania Saccardi — Dopo i cinque fuggiti da villa Pieragnoli non ci sono state altre defezioni e non vengono segnalati problemi dalle varie strutture coinvolte. Anche sul fronte sanitario, non sono emersi casi preoccupanti, sono tutti giovani forti che sembrano aver ben assorbito quanto hanno passato e intanto i permessi temporanei previsto dall’articolo 20 del testo sull’immigrazione sembrano un’ipotesi più che concreta».
 

Anche i trentuno tunisini scesi ieri dalla motonave Clodia e poi trasferiti nel Fiorentino sono stati sottoposti alle procedure di fotosegnalazione dall’ufficio immigrazione e dalla polizia scientifica della questura. «Sono arrivati stanchi ma tranquilli — conferma Lucia Palazzo dell’Opera Madonnina del Grappa — Fra di loro, ci sono due uomini più grandi, uno ha 39 anni. Sono stati tutti visitati dal medico e giudicati perfettamente in grado di unirsi agli altri arrivati il giorno prima. Questi ultimi a loro volta stanno mantenendo l’atteggiamento del primo giorno: non creano problemi, aspettano...». Un’attesa che, al momento, non sembra più un miraggio.