Firenze, 26 marzo 2011 -  CASE a prezzo accessibile per le giovani famiglie. E’ questo il disegno di Firenze sulla ex Caserma Gonzaga, che per il momento resta però di proprietà dello Stato. Ed è stata infilata nella lista dei siti destinati a ospitare i profughi del nord Africa. Le possibilità di utilizzo però appaiono abbastanza remote: l’elenco del ministero si divide in 13 edifici immediatamente disponibili e in 31 siti (la caserma fiorentina rientra tra questi) non immediatamente disponibili se non dopo adeguata risistemazione. E la struttura, vuota dal 2008, ha comunque locali fatiscenti e altri da sistemare.

 

Gli unici spazi che potrebbero ospitare i profughi (a patto di transennare quelli pericolanti) sono le camerate rimesse in sesto per l’addestramento dei volontari in ferma annuale (quindi dotate di impianti e bagni all’altezza della situazione). E’ chiaro però che anche quelli più recenti, dopo tre anni di abbandono, avranno bisogno di un intervento per essere nuovamente abitabili. Ma la notizia di un possibile utilizzo da parte del ministero per l’emergenza profughi non ha fatto preoccupare più di tanto gli amministratori che si sono detti pronti a fare la loro parte.

 

In particolare anche il sindaco di Scandicci, che avrebbe la maggiore ricaduta sul suo territorio dalla presenza dei migranti. La caserma infatti è sempre stata formalmente sul territorio fiorentino, ma ha ‘vissuto’ su Scandicci che è il centro abitato più vicino logisticamente. I militari in libera uscita facevano vivere l’economia scandiccese più che quella fiorentina, visto che di Firenze tutto intorno ci sono campi o giù di lì. «Credo sia giusto che ognuno faccia la sua parte — ha detto il sindaco di Scandicci, Simone Gheri — certo però si pone un problema di metodo sull’utilizzo di una struttura che si trova in un punto nodale per lo sviluppo futuro di un’area cerniera come quella di cui si parla. Vicino alla tramvia, in un punto di pregio. Per la stretta emergenza va bene, ognuno in questo frangente deve fare la sua parte, ma sul metodo occorre una concertazione perché queste aree che sono strategiche per il nostro territorio, vanno recuperate con un progetto condiviso tra chi le ha sul territorio e chi ne deve poi subire le ricadute».

 

Tempo addietro, alla Gonzaga c’era stato un sopralluogo anche della Polizia di Stato, che cercava una exit strategy per uscire dal Magnifico, nel quale paga una somma astronomica d’affitto; una delle attrattive della caserma Gonzaga, è quella di avere anche al proprio interno un piccolo poligono di tiro per armi da guerra. E c’è anche chi si rammarica per la fine ‘ingloriosa’ di una struttura che da sempre a Firenze è stata sinonimo di vita militare.

 

«La nostra povera caserma — ha detto il colonnello Giacomo Silvestri dell’Associazione Lupi di Toscana — è destinata a non essere più la stessa utilizzata come ricovero per i migranti, e poi usata chissà come». Sulla caserma che si trova a cavallo tra Firenze e Scandicci c’è più di un appetito. Tra Scandicci che chiede da sempre una urbanistica concertata per il recupero dell’area, e Firenze che invece pare avere le idee già abbastanza chiare su cosa realizzarci una volta demolita la struttura. La decisione di portare i migranti del resto non è nuova.
Recentemente, in pieno dibattito sulla localizzazione di un Cie nell’area fiorentina, si era fatto anche il nome della Gonzaga. In quel caso i sindaci si opposero fermamente, ma l’idea rimase solo sulla carta visto che l’attenzione del ministero ha finito per andare su l’ex area dirigibili di Campi Bisenzio.