Firenze, 12 marzo 2011 - Nessun abuso edilizio al Multiplex di Novoli. Tre anni di polemiche si sono diradate ieri pomeriggio, quando, al termine del rito abbreviato, il giudice Lisa Gatto ha assolto, «perché il fatto non sussiste», i tre imputati: l’amministratore della Immobiliare San Donato, proprietaria dell’area, Epifanio Furnari, il direttore dei lavori, Alessandro Chimenti e il rappresentante della società di costruzioni, la Cesi, Rino Baroncini; tutti assenti in aula ma rappresentati dai loro legali, gli avvocati Duccio Traina, Luca Bisori, Valerio Valignani e Nino D’Avirro.
 

Due terzi delle accuse erano tramontate già nella fase della requisitoria. Ma il pm, Sandro Cutrignelli, affiancato da Elisa Calanducci, aveva chiesto la condanna per il terzo punto del capo d’imputazione, quello sulle presunte difformità tra il piano generale di recupero dell’ex area Fiat e successive varianti, le Dia (dichiarazioni inizio attività) e quanto è stato edificato.
 

Nel corso dell’indagine, avviata dopo un esposto della consigliera comunale Ornella De Zordo e degli esercenti cinematografici, l’immobile era stato posto sotto sequestro per presunte irregolarità nell’iter seguito. Su questo punto, evidenziando «i diversi interessi socio-economici in ballo» ha battuto anche il pm: «Non si può presentare un progetto — ha detto Cutrignelli — tenendosi l’asso nella manica di una variante che hai già in mente di presentare in un momento successivo.

No, si deve dire subito quali sono le reali intenzioni affinchè non si verifichino distonie tra quanto realizzato e progettato». L’accusa ha messo l’accento, tra l’altro, sulla realizzazione di vani tecnici «per i quali non risulta evidente la comprovata necessità».


«Non sono due forme opposte - ha risposto l’avvocato Traina - ma due strumenti in cui la pubblica amministrazione, e in particolare il Comune, ha l’ultima parola». Infine le “della propostaSul”, le superfici utili lorde che, secondo l’accusa, sarebbero maggiori rispetto ai progetti. «Il calcolo è impossibile da fare fino al termine dei lavori essendo questo un edificio in costruzione — ha precisato Traina — . E comunque la superficie di calpestio che risulta dalla perizia fatta fare a suo tempo dal gip risulta identica alle previsioni della stessa Dia».