Firenze, 1 marzo 2011 - I dati sono quelli diffusi dal Consiglio d'Europa: un bambino su cinque sarebbe vittima di una violenza sessuale. Nel 75% dei casi il minore conosce il suo aggressore. E nel 90 per cento dei casi le violenze non vengono denunciate, restano nascoste. Cosa si può fare? Molto. Intanto insegnare ai bambini che nessuno ma proprio nessuno ha il diritto di toccarli e che devono imparare a dire tutto quello che provano o vivono, devono imparare a raccontarlo. Proprio il consiglio d'Europa ha lanciato una campagna di cui si può leggere tutto nel sito www.coe.int/oneinfive. Poi si deve insegnare agli adulti ad ascoltare e a credere ai bambini. I quali crescono e magari dedicano la vita a questa battaglia, come nel caso dell'avvocato Coffari che intervistiamo in questa rubrica. E' chiaro, i dati europei includono paesi socialmente più arretrati dell'Italia, e infatti le nostre statistiche parlano di un bambino su 10 (invece che su 5). Ma è sempre un'emergenza, un dramma sommerso che deve venire alla luce. Molto aiuto lo sta dando il servizio del Telefono azzurro, attivo in Italia da 23 anni. Gli ultimi dati sulle telefonate che arrivano a loro dicono che il 34,5 per cento delle richieste d'aiuto sono per problemi psicologici, il 32,5 % per abusi fisici, il 20,8% per grave trascuratezza, il 12,2% per violenze sessuali. Ma tanti maltrattamenti, purtroppo, restano nel buio. E talvolta finiscono male, molto male. Come gli ultimi drammatici casi di cronaca dimostrano. 

 

Andrea Girolamo Coffari è stato fra i primi in Europa a uscire allo scoperto per denunciare le violenze subite. Suo padre – un professionista stimato e di buona famiglia - aveva abusato di lui e di sua sorella per due lunghi anni. Erano bambini. Di buona famiglia. Del Nord Italia. Oggi Coffari (che ha raccontato la sua storia nel libro autobiografico “Tuo figlio, Andrea”) abita a Firenze, ha quattro figli, è avvocato, presiede il Movimento per l'Infanzia, e dedica tutta la sua vita alle cause che riguardano le violenza sui minori. Ascoltiamolo. E' uno dei tanti Don Chisciotte di cui abbiamo bisogno.
Quanti sono, secondo le statistiche, i bambini che subiscono violenze?
"Secondo gli studi fatti da quattro università italiane, il dieci per cento dei minori ha subito violenze sessuali e un altro dieci per cento violenze psicologiche".
Possibile che un numero così alto di vittime innocenti passi praticamente sotto silenzio?
"Queste notizie passano sempre sotto silenzio. Ricordo quando Kofi Annan, allora segretario delle Nazioni Unite, fece la sua denuncia: dopo un giorno se ne erano dimenticati tutti"
Ma perchè?
"Siamo una società adultocentrica, che quindi tende a dimenticare, a rimuovere il dolore del popolo dei bambini. Forse perchè non comprano, non lavorano, non sono dei consumatori, dunque non hanno voce in capitolo. "
L'85 per cento delle violenze sessuali avvengono in famiglia: anche questo è un dato agghiacciante. Lei che è diventato un esperto anche di storia dell'infanzia, come se lo spiega?
"Nel Medioevo, nel Rinascimento, la strumentalizzazione del corpo del bambino era accettata. Nella Londra dell'Ottocento un terzo dei bambini veniva abbandonato per strada. E basta pensare che Rousseau, noto e stimato filosofo, abbandonò tutti i suoi cinque figli all'orfanotrofio. E non era uno scandalo, tanto che lo confessò tranquillamente nel suo diario. Era un suo diritto. In fondo sono passati solo pochi secoli, dobbiamo fare ancora molta strada per uscire dal buio."
Quanti casi di violenza escono allo scoperto in Italia?
"In Italia ci sono circa 600-800 denunce di violenza sessuale all'anno, circa l'1 per cento del totale presunto. E nonostante un numero così basso di casi venuti alla luce, si dice che il problema è quello delle false denunce. Assurdo. Come avvocato assisto tanti bambini che siccome non vengono creduti (e nemmeno le loro mamme, bollate come depresse solo perchè appoggiano i figli), vengono affidati al padre, cioè proprio a chi è sospettato di abusare di loro: si rende conto?"
Come si dimostra l'attendibilità delle denunce?
"Chiedendo ai bambini, facendo tornare loro al centro dei processi: i bambini non dicono mai le bugie"
Ma lei come fa, essendoci passato, a occuparsi di vicende così dolorose?
"E infatti passo tante notti insonni. E metà dei casi li seguo gratuitamente. Ma ormai questo è il mio destino. E la mia vocazione".