Firenze, 12 febbraio 2011 - E ORA, per l’amministrazione comunale, sono guai grossi. Il ‘multificio’ degli autovelox cittadini rischia di saltare completamente per aria dopo le ultime decisioni dell’ufficio del giudice di pace, che ha accolto i ricorsi di decine di cittadini multati. L’ultima motivazione — emessa dal giudice di pace Agostino Virzì per due ricorsi sugli autovelox di viale Etruria e viale Lavagnini, e subito seguita anche dalla collega Sonia Salerno — è cristallina: senza la presenza del vigile urbano, gli autovelox istallati nel centro abitato sono completamente illegittimi e pertanto sono nulle tutte le relative contravvenzioni. E’ una svolta nella battaglia legale fra il Comune e l’Aduc, l’associazione dei consumatori, che vede così finalmente accolto il principio più importante alla base dei ricorsi presentati per conto dei singoli cittadini.

 


COSA SCRIVE Virzì? Molto semplicemente spiega che all’interno dei centri urbani, la legge permette l’installazione di autovelox fissi automatici (cioè senza la presenza di un agente accertatore) solo su quelle che il codice definisce ‘strade di scorrimento’. Ma i viali Etruria, Gramsci, Matteotti e Lavagnini non sono ‘strade di scorrimento’. Un’interpretazione di parte? Nient’affatto, anzi, è proprio questo il bello: è lo stesso Comune di Firenze nel suo Piano generale del traffico urbano a scrivere «all’interno del centro abitato di Firenze non vi sono strade che possano essere assimilate a tale categoria viaria» con le eccezioni di viale XI Agosto, viadotto dell’Indiano e viale Marco Polo.
E quali sarebbero le caratteristiche minime delle «strade di scorrimento»? Sono tre, secondo codice: a tutte le intersezioni devono esserci i semafori (e non è così per i viali Lavagnini, Gramsci e Etruria); deve essere presente una banchina pavimentata sulla destra (assente sull’intera cerchia dei viali); e i parcheggi laterali devono essere chiusi con entrate e uscite concentrate (niente da fare per Gramsci, Matteotti e Lavagnini).

 


LO STESSO giudice, peraltro, ha rilevato che il decreto prefettizio di individuazione delle ‘strade di scorrimento’, "pur in presenza di un parere tecnico favorevole da parte del Comune, sia illegittimo" e pertanto "va disposta la sua disapplicazione". Ha meritato accoglimento dal giudice anche un secondo «fondato» motivo di opposizione: l’assente e ridotta visibilità del dispositivo e della relativa segnaletica. Argomento — assieme all’erroneo posizionamento dei cartelli e agli errori sui verbali — già nei giorni scorsi sviluppato e accolto in diverse decine di ricorsi presentati dai cittadini sotto lo sguardo vigile dell’Aduc.

 


"LA MAGGIOR parte degli annullamenti sono per l’autovelox di viale Etruria — si legge in una nota dell’Aduc — con la sua collezione di circa 50.000 multe (dati al 6 ottobre 2010) rispetto alle 150.000 multe autovelox di tutta la città". L’associazione aggiunge che nelle sentenze di annullamento "è stata riconosciuta la motivazione principale dell’illegalità su cui si basa quasi tutta la politica di sicurezza stradale del Comune, motivazione su cui abbiamo anche depositato un esposto penale in procura della Repubblica: l’amministrazione ha fatto carte false spacciando alcune strade per ciò che non erano, facendosi approvare gli autovelox dal prefetto". "Quindi — conclude l’Aduc — gli autovelox di viale Lavagnini e viale Etruria, ma anche, di conseguenza, viale Gramsci, viale Matteotti e via Senese, oltre ad altri validi motivi specifici, sono tutti irregolari".

 


IL GIUDICE di pace ha anche condannato l’amministrazione Renzi a rimborsare ai cittadini tutte le spese sostenute per il ricorso (che variano da 33 a 85 euro). Ma la cosa incredibile è che alla fine il Comune, pur sanzionando illegittimamente i suoi cittadini, ci guadagnerà lo stesso, anche se meno del previsto, perché la maggior parte di chi ha ricevuto la multa a casa ha pagato in quanto non era informato sulla possibilità del ricorso.