Firenze, 9 febbraio 2011 - TAV: il grande scavo sotto Firenze comincerà con quasi sei mesi di ritardo. Sarebbe dovuto partire a marzo. Invece la «talpa» avvierà il suo formidabile rotore, a quanto pare, fra le fine di agosto e i primi di settembre. Intanto, vicino alla stazione del Campo di Marte, viene armato lo scivolo che accoglierà l’enorme scavatore il cui arrivo è previsto per giugno. Ma a pezzi. Poi ci vorranno un paio di mesi per montarlo e metterlo in condizione di funzionare. E nella zona di via Circondaria vengono assemblate macchine gigantesche.

 


Il problema? Nessuno fornisce ufficialmente queste informazioni. Che 'La Nazione' ha ricavato da un’interrogazione urgente depositata soltanto ieri sera, intorno alle 18, dal consigliere regionale dell’Udc Marco Carraresi. Preoccupato 'dall’oscurantismo' calato su tutta l’operazione fiorentina dell’Alta velocità. E soprattutto perché manca completamente l’informazione istituzionale annunciata alcuni mesi fa dal presidente della Regione, Enrico Rossi. Il quale aveva parlato non solo di monitoraggio e dei testimoniali di stato per tutti i cittadini con le case 'in zona a rischio'. Ma si era impegnato a metter su un’imponente macchina informativa, capace di far sapere, praticamente 24 ore su 24, a tutti i fiorentini l’andamento e la progressione dei lavori.

 


Perché, improvvisamente, di questa 'macchina da notizie' non si è saputo più nulla? Nessuno si esprime ufficialmente. Ma si sussurra di un nuovo, forte contrasto fra lo stesso Rossi e Matteo Renzi, il quale preferirebbe stare a guardare piuttosto che impegnarsi in prima persona in un’operazione che (dopo averla approvata quand’era presidente della Provincia) ora mostra soltanto di dover subire.

 


"Il grande scavo del Mugello è stato condotto con grande attenzione e organizzazione capillare perché tutti i sindaci facevano riferimento alla Regione: anzi, avevano chiesto alla giunta di tirare le fila", dicono in Regione, sia pure sottovoce. Ma proprio l’esperienza del Mugello — dove comunque non sono mancati problemi alle falde acquifere e dove c’è stata una condanna dei giudici per chi ha fatto i lavori — proprio quell’esperienza dicevamo, fa capire che, senza una comunicazione chiara ai cittadini sul progetto, sui disagi e sulle azioni di supporto e mitigazioni, i rischi sono realmente seri.

 


In autunno, Rossi aveva parlato di 'linee di indirizzo del protocollo', quindi di impegni precisi: cantieri visibili dall’esterno, incontri pubblici per raccogliere quesiti e osservazioni dei cittadini, appunto una rete informativa dove poter consultare i progetti, gli atti, i piani di monitoraggio, lo stato dei lavori e degli impatti urbani, un apposito sito internet, info-point, pubblicazioni, un comitato di sorveglianza.
A oggi non c’è niente di tutto questo. E non si tratta di gentili concessioni, ma di impegni precisi che le amministrazioni (Regione, Provincia e naturalmente comune di Firenze) sono obbligati a fare. E che vengono assolti in tutt’Europa, dove l’attenzione della gente alle opere pubbliche, soprattutto quelle a forte impatto urbano, è altissima.

 


LA 'GRANDE TALPA' in arrivo è della Seli, società romana leader mondiale nei sistemi di scavo per metropolitane, ferrovie, acquedotti e opere sotterranee in generale. La fondò nel 1950 l’ingegner Carlo Grandori. Ha ottenuto un successo così grande, in tutto il mondo, che oggi l’80% della committenza le arriva dall’estero. Nord America e Asia soprattutto.

 


Ma perché queste notizie, e tante altre note di utilità pubblica non vengono diffuse secondo gli impegni che erano stati presi? E’ ovvio che il silenzio alimenta sospetti e paure. Ed ecco che, in questo quadro, c’è molta attesa per cnoscere le risposte che il governatore Enrico Rossi darà all’interrogazione di Carraresi nell’aula del consiglio regionale. Sarà il momento per capire che costa si dovranno aspettare i fiorentini dall’estate in poi. Quando il rotore della talpa scaverà enormi quantità di terra. Che ancora non si sa dove saranno smaltiti.