Firenze, 6 febbraio 2011 - DOVEVANO essere un’oasi per gli automobilisti e invece sono rimasti deserti (o quasi) i parcheggi scambiatori realizzati alle porte di Firenze per consentire ai pendolari di lasciare l’auto e arrivare in centro con i mezzi pubblici. I collegamenti (bus e treno) non sono mai decollati, e i parcheggi sono rimasti al palo. Salviati, viale Europa, Rovezzano, via Simone Martini, via del Gelsomino, Castello. Zone diverse, differenti gestioni (di Firenze Parcheggi o Trenitalia), ma il quadro è sempre lo stesso. Abbandonati, sottoutilizzati, vandalizzati: il sogno di alleggerire Firenze dalle auto (e dallo smog) si è infranto contro il fallimento degli ‘scambiatori’. Realizzati solo sulla carta.

 

Il nostro viaggio nei parcheggi scambiatori inizia dal Salviati, in via Faentina, proprio davanti al capolinea del bus 1. Logisticamente perfetto ma di fatto simile più a una discarica all’aperto (guarda caso davanti all’ingresso vengono lasciati, e ritirati, i rifiuti ingombranti) che ad un’area di sosta. Il quadro è desolante: materassi maleodoranti parcheggiati accanto a vecchie roulotte, utilizzate da rom o senza tetto, cumuli di immondizia, avanzi di cibo e persino un water tra le erbacce alte più di un metro. Rivoli di liquami che spuntano dal nulla e disegnano una nuova geografia della sosta, fino a sparire nelle feritoie dell’acqua piovana. 

 

CARTELLI STRADALI divelti accanto alla cassa, ormai fuoriuso, dopo essere stata sfondata e depredata più volte dai vandali. Tanto che alla fine Ferrovie (gestore del parcheggio) si è arresa e ha alzato la sbarra: al Salviati non si paga più. La sosta gratis dovrebbe essere un incentivo a parcheggiare e invece di auto se ne vedono sempre meno, appena una ventina su oltre 150 posti, in gran parte occupati dai camperisti che possono lasciare il loro mezzo per mesi senza dover pagare un euro.
«Se prima lasciavo la macchina — dice Francesco, che lavora a pochi passi, in via Faentina — da quando non si paga più ed entra chiunque ho più paura e preferisco parcheggiarla in strada col rischio di una multa, piuttosto che trovarla sfondata o danneggiata».

 

C’È POI IL CAPITOLO Ferrovie. La stazione Salviati è proprio a ridosso del parcheggio, peccato che ci siano solo binari, panchine e una pensilina vuota. Nemmeno lo straccio di un’indicazione. Impossibile sapere quale treno si ferma, da dove arriva e dove è diretto, e soprattutto a che ora passa (se passa). Un capolavoro di comunicazione, tanto che nemmeno i residenti della zona sanno se i treni fermano ancora a Salviati. Da tempo hanno smesso di aspettare davanti al binario. «Forse hanno tolto la fermata — osserva sconsolata Rosa, una pensionata che abita a pochi metri — per me sarebbe stato più conveniente il treno, ma l’ho aspettato tante volte e non ne ho mai visti passare, però da casa mia li sento. Ho provato a chiamare alle Ferrovie per sapere l’orario dei treni, ma non hanno saputo dirmi niente e così devo accontentarmi del bus che non è puntuale, ma almeno passa davvero».

 

Un progetto per ridare alla ‘discarica’ Salviati la dignità di scambiatore c’è già, ed è di Firenze Parcheggi, che da tempo corteggia Trenitalia per prendere in gestione l’area di via Faentina e l’altra di Rovezzano. Questione di settimane ormai.
TRENITALIA, che una decina di anni fa è stata obbligata da Palazzo Vecchio a realizzare il parcheggio, in occasione dei lavori di ristrutturazione della stazione vorrebbe almeno recuperare le spese e chiede un canone di alcune decine di migliaia di euro l’anno a FiPark. Ma l’amministratore delegato Marco Carrai è irremovibile: «Per il Salviati non intendiamo sborsare un euro date le condizioni in cui si trova. Dovremo spendere già tanto per ripristinare il sistema di sicurezza, poi, potremo parlare di una percentuale sugli incassi a Trenitalia. Discorso a parte, invece, per i 200 posti di Rovezzano, che funziona bene. In quel caso siamo disponibili a riconoscere un canone annuale a Ferrovie. Il nostro obiettivo è trasformare il Salviati da problema sociale in risorsa per il territorio, ma per fare questo abbiamo bisogno della sinergia, anche logistica, con Ferrovie, che deve riportare i treni alla stazione Salviati. Il fallimento degli scambiatori è legato alla carenza dei collegamenti e da quelli voglio partire per ridare a Firenze la speranza di non morire soffocata da traffico e smog».
(1- Continua)