Firenze, 30 gennaio 2011 - IL PARTICOLATO atmosferico, ovvero le micidiali polveri sprigionate dagli agenti inquinanti, è altamente nocivo per salute. Non è una novità, ma nemmeno demagogia.

 

Mai come in questi giorni, dopo l’allarme lanciato da Legambiente, dal mondo scientifico si moltiplicano i messaggi di attenzione e di invito alla politica locale e nazionale a intervenire con un piano serio e integrato e non con azioni palliative. La campagna di rilevamento delle polveri sottili messa in campo da Legambiente in dieci città italiane, attribuisce a Firenze il nero primato di città più inquinata del Paese. Firenze è al diciottesimo giorno di superamento dei limiti di legge consentiti dall’inzio dell’anno (i dati sono rilevati dalle centraline Arpat): stando alla nuova delibera regionale approvata il 18 gennaio, il Comune sarebbe già dovuto intervenire per contribuire all’abbassamento delle concentrazioni di polveri sottili nell’aria.
 

 

Quanti morti, quanti ricoveri, quante malattie, quanta parte di spesa sanitaria provocano i picchi di inquinamento di questi giorni? Su questo, gli attivisti dell’ambiente sono i più sensibili, ma una coscienza critica si sta sviluppando anche nei cittadini che si riuniscono in comitati per sollecitare l’amministrazione comunale a intervenire con politiche lungimiranti ad arginare la situazione.
 

 

La Rete No Smog Firenze (alla quale aderiscono Città Ciclabile, Fare Verde, Firenze in Bici, Italia Nostra, Medici per l’Ambiente, Straffichiamo Firenze e Terra!) è stata ricevuta in audizione dalla commissione Politiche della salute del Comune.

 

Una pediatra di famiglia, membro dell’Isde, l’associazione dei medici per l’ambiente, ha esposto dati sui danni alla salute causate da pm10 (e delle polveri ancora più sottili e pericolose, il pm2,5 e 1) un micidiale e velenoso aereosol che più è fine più arriva in profondità nell’albero respiratorio, fino a raggiungere gli alveoli polmonari e il sangue. Le inevitabili conseguenze sono le sempre più numerose malattie respiratorie, cardiocircolatorie e l’aumento della mortalità, soprattutto per le fasce più deboli: bambini, malati cronici e anziani. Si è inoltre evidenziato quanto sia difficile evitare che le polveri sottili e ultrasottili si depositino ovunque ed entrino anche nella catena alimentare.
 

 

I danni alla salute comportano costi personali e sociali altissimi fra i quali l’aumento dell’ospedalizzazione e il consumo dei farmaci. Le conseguenze sono ancora più drammatiche nei bambini che nascono già ‘intossicati’ e che inalano più ìnquinanti sia d’estate (l’ozono) che d’inverno (sopratutto le polveri sottili). I dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sono chiari: per ogni aumento di 10 microgrammi di pm10 oltre la soglia l’indice di mortalità cresce dello 0,6% ; un indice che nei bambini di età compresa tra 1 e 5 anni aumenta dell’1,6%.

 

Un bambino piccolo, infatti, ha una frequenza respiratoria più rapida e scambia il doppio di aria rispetto all’adulto. C’è da domandarsi a quanti ricoveri e quanti morti in più possano aver contribuito i numerosi picchi record, arrivati anche fino a tre volte la soglia consentita, registrati in questi giorni a Firenze. La rete di comitati a richiesto di spostare le centraline di fondo dal Giardino di Boboli e da quello di viale Bassi in luoghi che meglio rappresentino la reale esposizione della popolazione agli inquinanti (in particolare si richiede che una delle centraline sia posizionata vicino a una scuola), e a quella di sollecitare provvedimenti contro gli sprechi di energia (il riscaldamento eccessivo degli edifici, oltre il traffico). La Commissione presenterà una mozione in consiglio comunale.