Firenze, 29 gennaio 2011 - A MILANO le mamme hanno sfilato con i palloncini neri. Per rendersi conto della situazione ci basti sapere una cosa: a Firenze stiamo messi peggio. E non sia né d’allarme né di consolazione, ma un avvertimento. I dati arrivano dalla campagna «Mal’aria» di Legambiente: Firenze per lo smog è la maglia nera d’Italia. Su dieci città italiane, comprese Milano, Roma e Napoli, qui si respirano concentrazioni maggiori di polveri sottili. Per la precisione una concentrazione media di pm10 pari a 173,4 microgrammi per metrocubo, quasi quattro volte il limite di 50 fissato dalla legge. A Firenze la rilevazione è stata effettuata il 14 gennaio con il nuovo misuratore elettronico portatile di polveri sottili in tempo reale, ed è stata la più alta tra quelle registrate dallo strumento nelle dieci città in cui è stato testato, per la prima volta.

 


DEI RISULTATI allarmanti ne hanno parlato ieri il presidente di Legambiente Toscana, Piero Baronti, e Katia Le Donne, dell’ufficio scientifico di Legambiente Nazionale: non si salva neppure il centro storico, e anche le zone pedonalizzate fanno registrare il doppio della concentrazione massima di polveri sottili consentito dalla legge. Le pedonalizzazioni non servono, viene da chiedersi? «Tutt’altro, manca una poltica ambientale seria — risponde Baronti —. Nel corso dell’amministrazione precedente, con la giunta guidata dal sindaco Leonardo Domanici, almeno venivano attuati i blocchi del traffico. Ora non si fa più nulla, nemmeno quelli». Il sindaco pensa che non servano, voi come la pensate? «Posso assicurare che sono utili: lo dimostrano anche i dati delle centraline Arpat — continua Baronti —. Sul breve periodo la concentrazione di polveri sottili scende con la limitazione del traffico veicolare, certo che poi servono politiche ambientali di più ampio respiro per affrontare il problema. E’ fondamentale la coordinazione fra i Comuni della Provincia per organizzare iniziative condivise».

 


Ma torniamo alla nostra città puzzona. Il rilevatore è servito per monitorare, in data 14 gennaio, quatrtro percorsi diversi, che hanno toccato moltissime vie, piazze e viali e tutte le principali location del centro storico per una durata complessiva di 4 ore e 45 minuti: «In nessun caso — ha spiegato Le Donne — i valori sono mai scesi sotto i 65 microgrammi per metro cubo». Cioè oltre 15 microgrammi sopra al massimo respirabile per legge. Le Donne ha poi precisato che «il nuovo metodo non punta certo a sostituire il sistema di rilevazione delle centraline Arpat, ma a offrire fotografie in tempo reale della concentrazione di polveri sottili nell’aria».
 

 

Mei primi 26 giorni di quest’anno, le cantraline Arpat hanno sforato i limiti massimi per ben 18 volte. Con tre superamenti consecutivi i sindaci hanno l’obbligo prima di intervenire con unì’ordinanza che impedisce la regolazione dei termostati del riscaldamento oltre i 18 gradi, poi di bloccare il traffico prima in ztl e poi in tutta la città. A Firenze martedì e mercoledì il limite è stato sforato (anche del triplo rispetto al consentito). Su giovedì, in Comune, non hanno saputo fornire il dato. Se siamo fuori, siamo già fuori legge.

 


Fuori dal limite, in base all’indagine, anche la zona pedonalizzata del Duomo (89,9), quella della Galleria degli Uffizi (166,1), piazza Signoria (170,5), piazza Santa Croce (157,1), Ponte Vecchio (107), fino ad arrivare al picco di piazza Pitti (218,3). Tra i risultati peggiori, fuori dal centro, via Cesare Battisti che ha fatto registrare anche punte di 400 microgrammi.
 

 

Tra le dieci città oggetto del test, dopo Firenze, la seconda per concentrazione di pm10 è risultata Bologna, con una media di 143,2 microgrammi al metro cubo, e terza Foggia, con 137,3. A Milano, Roma e Napoli, rispettivamente, è toccato il quinto posto (107,2), il nono (76,6) e il settimo (81,8). Ma le rilevazioni erano state effettuate dopo giorni di forte pioggia.
«Il traffico continua a essere il principale responsabile dello smog in città — attacca Baronti — per far fronte a questa situazione, torniamo a proporre il ticket d’ingresso per le auto più’ inquinanti, il blocco del traffico e il potenziamento delle piste ciclabili, dei mezzi pubblici, e del car sharing».