Firenze, 24 gennaio 2011 -  L'onorevole Daniela Santanché nel biennio 2008-2010 si sarebbe prodigata per aiutare negli affari il costruttore fiorentino Riccardo Fusi, proprietario della società Btp e coinvolto in varie inchieste scaturite dalle indagini sugli appalti dei Grandi eventi e della cosiddetta 'cricca'. E' quanto emerge dalle intercettazioni del Ros - di cui si e' avuta notizia oggi - sul filone di inchiesta dedicato ai rapporti tra Fusi e le banche, dove, insieme ad alcuni professionisti, è indagato anche il coordinatore del Pdl, Denis Verdini.

 


Dalle conversazioni emergerebbe che Fusi si sia avvalso dell'amicizia con la Santanché, procuratagli proprio da Denis Verdini nelle sue relazioni politiche, per avvicinare nel 2009 alcuni qualificati dirigenti di importanti banche dovendo
svolgere un'incessante attivita' finalizzata alla ristrutturazione del debito bancario del suo gruppo imprenditoriale, un'operazione stimata dagli esperti in un miliardo di euro.

 


Un rapporto, quello tra Santanché e Fusi partito prima, in conversazioni e incontri avvenuti tra la Versilia, la Costa Smeralda e Milano. Nell'agosto del 2008 il Ros intercetta una telefonata in cui Fusi propone a Daniela Santanché la vendita di due prestigiose ville a Forte dei Marmi (Lucca), Villa Franceschi e Villa dei Fiori.

 


Dalle indagini la parlamentare piemontese - che agisce nel suo ruolo di imprenditrice titolare di una societ° di comunicazione di cui sono intercettati i telefoni - pare spendere le sue relazioni per Fusi tanto da attivarsi per proporre le ville del Forte dei Marmi al magnate russo Roman Abramovich, patron della squadra inglese di calcio del Chelsea.
Secondo Fusi - sempre intercettato dal Ros al telefono con la segreteria - il contatto è scattato tramite Flavio Briatore.
In realta' la vendita delle due ville (che pure Fusi stima di 20 milioni di euro ciascuno in una delle tante intercettazioni) sembra un'esca per entrare in un giro d'affari internazionale.

 


Intorno a Ferragosto 2008 Santanché e Fusi si incontrano in Costa Smeralda. Fusi ne parla poi con un suo dirigente. ''Santanché - dice Fusi dopo questo incontro il costruttore fiorentino - m'ha parlato del fondo Carlyle come avevi detto te. E lei mi dice: 'Guarda io vorrei lavorare per voi con la mia agenzia di Milano' e poi mi dice 'Ho bisogno di una mano al Partito perche' mi vogliono far fuori'''. ''Subito - commenta Fusi col suo dirigente, alludendo alla sua amicizia con Verdini - ha rilanciato subito''.

 

Santanché avrebbe proposto il nome dell'imprenditore Marco De Benedetti, amministratore delegato del fondo di private equity statunitense Carlyle. ''Ero qua in barca con Marco De Benedetti, gli ho parlato un po' della cosa'',
dice in un'altra intercettazione la parlamentare piemontese parlando con Fusi. ''Lui mi ha detto che e' interessato a fare una chiacchiera'', dice Santanche' a Fusi, ''gli ho parlato un po' del tuo gruppo, delle tue cose dice 'facciamo un incontro
vedremo'. Fusi e' soddisfatto. Fisseranno per il settembre successivo, mentre la Santanche' rassicura sulle ville: ''Ho mandato la documentazione attraverso un mio amico per Abramovich''.

 


Politica e affari si intrecciano nelle indagini del Ros. Fusi è in difficoltà e cerca ovunque agganci per salvare la Btp e il suo gruppo. Nel 2009 la Santanché gli procurerà interviste e una campagna pubblicitaria per gli alberghi della catena Una Hotels. Offre a Fusi anche di discutere di terreni di famiglia. Ma sullo sfondo incombe la politica: il Pdl la vuole fuori, e Fusi e' amico di sempre di Denis Verdini. Do ut des.

 

E ancora sul fronte intercettazioni, è la volta di Pisaneschi. ''Lui ormai di banda c'é'', dice il presidente della Btp, Riccardo Fusi, parlando dell'attuale presidente di Antonveneta, Andrea Pisaneschi. E cioè: ''Gli s'é chiesto un aiuto non è che ora si può scaricare''. E' un passo di un'intercettazione - di cui si è avuta notizia oggi - agli atti dell'inchiesta fiorentina sui rapporti fra Denis Verdini, esponente del Pdl ed ex presidente del Credito cooperativo fiorentino, e lo stesso Fusi.

 


Oggetto delle indagini è un finanziamento da 150 milioni di euro ottenuto nel 2008 dalla Btp e concesso da un pool di banche: Mps, Unipol, Cariprato, banca Mb e Credito Cooperativo fiorentino. Secondo l'accusa, Pisaneschi - ''top manager del gruppo Mps e neo presidente del cda della controllata banca Antoneveneta'', indagato nell'inchiesta per emissione di fatture per operazioni inesistenti - sarebbe stato l'interfaccia 'ufficiosa' fra Btp e Mps per il finanziamento.
In un'intercettazione di qualche mese precedente alla stipula del mutuo ''Fusi - scrivono i Ros - aggiorna il socio in merito ai rapporti con il Monte dei Paschi di Siena e al ruolo affidato ad Andrea Pisaneschi per superare eventuali intoppi durante i passaggi istruttori''.

 


Durante le fasi preliminari al mutuo, ''Pisaneschi - scrivono i Ros - espone come cosa gradita che venga coinvolto nella questione come 'interfaccia' lo studio Olivetti Rason'' con cui Pisaneschi collabora ''rilevando lo stesso Pisaneschi il fatto che 'per ovvie ragioni' egli non può svolgere, almeno direttamente, il compito di consulente''.