Siena, 15 gennaio 2011 - "GIÙ LE MANI dalla privacy". E poi ancora: "ma come si permettono? Questo significa spiare le persone". Gli automobilisti sono infuriati. Quelle telecamere che immortaleranno la targa di tutte le auto in transito sulla Palio, proprio non le digeriscono. Le considerano, a tutti gli effetti, una intrusione nella loro vita.

 


La notizia che dal primo maggio si pagherà un pedaggio anche sulla Siena-Firenze e per riscuoterlo saranno fotografate tutte le auto in transito, i cui proprietari riceveranno poi il «conto» a casa, fa discutere.

 


ANZI NO: fa arrabbiare. Sentite cosa dicono gli automobilisti colligiani e poggibonsesi. "Siamo di fronte a un provvedimento assurdo, antidemocratico e anticostituzionale. Ma come si permettono? E se io sono per fatti miei e non voglio far sapere con chi sono e dove sono?" Le parole di Gianni Vannini, rappresentante sempre su e giù per la Palio, riassumono il pensiero dell’esercito, piuttosto numeroso, degli arrabbiati. Sulla stessa lunghezza d’onda Salvatore Greco. "Sono contrario – lamenta - sia al pedaggio che alle telecamere, misure sbagliate sotto ogni punto di vista". Insomma: agli automobilisti dà più noia l’occhio della telecamera che la gabella da pagare per circolare sulla Palio. "Sono due cose inaccettabili - spiega Daniele Davino - La Siena-Firenze strada la faccio spesso per motivi di lavoro e mi domando con che coraggio si introduce un pedaggio su una strada in condizioni pietose come questa. E’ piena di buche, avvallamenti, mancano le aree di sosta. Invece di metterla in sicurezza, la mettono a pagamento. Inaccettabile".

 


Anche Filippo Cortonesi la Palio la conosce bene. "E’ pericolosa – afferma - e urge una manutenzione, altro che pedaggio. Quanto alle telecamere, le ritengo una indegna violazione della privacy". Mentre Aldo Migliorini, commercialista che la Palio la fa tutti giorni per motivi di lavoro, impreca soprattutto contro "il pedaggio, un’autentica sciocchezza,intollerabile quasi più delle telecamere", Andrea Gianneschi non ha dubbi: "Mi sento spiato - borbotta - , derubato della mia intimità".
 

 

COME DIRE, dunque, che alla gente dà quasi più fastidio la violazione delle privacy che quella del portafoglio.