Firenze, 8 gennaio 2011 - SARANNO ben 25mila gli utenti che, in virtù dei tagli al trasporto pubblico locale, rimarranno letteralmente a piedi quando, da aprile, entrerà a regime il nuovo temutissimo piano dei bus. Per effetto della manovra Tremonti e dei conseguenti tagli di risorse a Regione (e quindi alla Provincia), il taglio per Ataf si concretizzerà in 5,5milioni in meno. Una cifra spaventosa, che toglierà ossigeno ai bilanci delle aziende di trasporto pubblico, costrette a fare i conti con una coperta fin troppo corta. Sulla data di partenza dei tagli c’è incertezza. Si parla del 15 gennaio ma i primi disagi per gli utenti si avranno probabilmente a partire da febbraio, quando le sforbiciate del 3-4% si tradurranno in 400 corse giornaliere in meno. Una riunione tra azienda e sindacati sarebbe in programma il 13 gennaio. Ma il bello, si fa per dire, arriverà da aprile, quando il taglio schizzerà al 10%, comportando dunque una riduzione pari a 1000 corse giornaliere.

 


UTENTI A PIEDI. Tenuto conto che un bus può in media spostare da un capolinea all’altro 250 persone, con la prevista diminuzione di 1000 corse avremo, ogni giorno, 25mila utenti che non riusciranno a trovar posto sui mezzi Ataf e Linea in circolazione.

 


LINEE FORTI E DEBOLI. Sono sei le linee che, da sole, trasportano il 55% dell’utenza totale. Si tratta dell’1, del 22, del 14, del 23, del 17 e del 6. In base a quanto detto dall’assessore provinciale Stefano Giorgetti, queste linee fondamentali non dovrebbero essere investite dalla rivoluzione. Al massimo, per le linee forti l’assessore aveva parlato di uno o due minuti in più di attesa alle fermate come conseguenza dei 6,7 milioni di euro in meno di risorse. Ma andiamo per ordine. Se davvero queste linee principali non dovessero esser toccate, le 1000 corse verranno tagliate esclusivamente sulle restanti 50 linee meno frequentate, in gergo dette ‘deboli’.

 


COSA CAMBIERA’. Facendo ricadere i tagli esclusivamente sulle linee deboli, i tempi di attesa alle fermate si allungheranno drammaticamente. Ad esempio, il numero 20 che oggi ha una frequenza media di 20 minuti, in seguito alla rivoluzione passerebbe ogni mezz’ora. Transiterebbe solo due volte all’ora anche il 10, che adesso si fa aspettare in media per 15-20 minuti. Brutte notizie pure per chi usa il 7: l’attesa passerebbe dagli attuali 20 minuti a 30. Stesso destino per il 3 e l’11. Si calcola che, rimanendo invariato il quadro delle linee forti, nelle altre s’andrà incontro ad un taglio di 32 bus nelle ore di punta. E di 25 nel resto della giornata. 72 mezzi resterebbero alle linee forti. Mentre quelle deboli dovrebbero accontentarsi di 5 bus ciascuna nelle ore di maggior traffico. E di appena 4 nelle ore non di punta. Ciò significa che, sempre nelle linee meno frequentate, le attese alle fermate lieviterebbero da 8-9 minuti a 15 nelle ore di punta. E schizzerebbero fino a mezz’ora nel resto della giornata, ovvero nelle ‘ore di morbida’. Ma la riorganizzazione si porta con sé anche qualche ‘aggiustatina’ ai percorsi.

 


CANCELLATE. Già decise la cancellazione della linea 17 nel tratto ‘Cascine’ sul viale dell’Aeronautica, l’eliminazione dell’anello in via Novelli della linea 3, e quella dell’anello Fortezza per le linee 12 e 13.

 

LINEE FORTI: I RISCHI. Per non rischiare di perdere troppi utenti dai Comuni della cintura fiorentina, che sono serviti da linee considerate deboli, si può ipotizzare che alla fine i tagli vadano spalmati anche sulle tratte più frequentate. Ma basterebbe alzare da 5 a 6 minuti i tempi di attesa alle fermate per dare un colpo mortale al sistema. Parrà strano, ma ogni minuto di attesa in più ‘produce’ 35 utenti a piedi. Insomma, nelle linee più frequentate non solo si continuerebbe a viaggiare come sardine. Ma molti per arrivare a destinazione dovrebbero salire sui tetti degli autobus.

 


SCIOPERO IN VISTA. Per Firenze è stato calcolato un taglio pari a 143 lavoratori. Ma se ci sarà anche un solo licenziamento, i sindacati bloccheranno il servizio. Sullo sciopero, che potrebbe essere indetto per fine mese, sono già state attivate le procedure di raffreddamento. Intanto il 20 gennaio i sindacati regionali incontreranno di nuovo le controparti con alla mano dati più precisi sui tagli al Tpl.